HomeEconomia Alitalia, gli azionisti approvano l’aumento di capitale da 500 milioni di euro

Alitalia, gli azionisti approvano l’aumento di capitale da 500 milioni di euro

di Fabio Grazzini15 Ottobre 2013
15 Ottobre 2013

AlitaliaUn’assemblea fiume quella degli azionisti Alitalia che, iniziata ieri pomeriggio e conclusasi in nottata, ha approvato il piano di salvataggio deliberato l’11 ottobre dal Cda e che in pratica consiste in un aumento di capitale da 500 milioni di euro (300 provenienti dalle Poste Italiane e 200 dalle banche).

Il sì dei soci. Con questa risoluzione, a partire da domani, ci sono 30 giorni di tempo per sottoscrivere le azioni di nuova emissione. Nel frattempo, il consiglio di amministrazione presieduto da Roberto Colaninno, si è detto disposto a rimettere il mandato subito dopo la ricapitalizzazione. Ma sul tappeto sono comunque rimaste diverse questioni importanti da affrontare, come ad esempio termini e scadenza dell’aumento di capitale, le nuove linee guida del piano industriale, e l’impatto sugli equilibri azionari della stima effettuata da Credit Suisse sul valore della società.

Gli inglesi insorgono. Se il salvataggio di Alitalia, grazie all’aiuto delle Poste Italiane, da una parte ha rassicurato la dirigenza italiana e i comproprietari di Air France, dall’altra ha spinto l’Iag, l’holding che controlla British Airways e Iberia, a lamentarsi ad alta voce in sede europea: «Ci aspettiamo che la Commissione europea intervenga per sospendere questo aiuto manifestamente illegale» ha dichiarato l’Iag, ricordando come «siamo sempre stati contrari a ogni forma di aiuto statale. E’ protezionismo, mina la competizione e favorisce quelle compagnie aeree in fallimento che non sono al passo con la realtà economica». Pronta la risposta della Commissione che – tramite Antoine Colombani, portavoce del commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia – ha fatto sapere che «solo dopo la notifica delle misure adottate saremo in grado di valutare la loro compatibilità con le norme Ue sugli aiuti di Stato». Dal canto suo, il Governo italiano ha difeso a spada tratta l’operazione, spiegando che – sono le parole del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi – «l’Esecutivo non dà aiuti di Stato; noi ci siamo solamente limitati a favorire l’incontro tra privati».

L’attacco del WSJ e del Financial Times. Dura la presa di posizione del giornale economico statunitense, che sottolinea come la vicenda Alitalia «incarna il fallimento della politica industriale» italiana. Le nostre aziende infatti,  «già svantaggiate da un enorme peso fiscale, complicatissime leggi sul lavoro, alti costi energetici e ingerenze politiche» non sono assolutamente aiutate da una mancanza di competitività esacerbata, di cui Alitalia rappresenta «l’esempio più eclatante». Sulla stessa lunghezza d’onda il Financial Times, che riassume così la situazione: «Il protezionismo industriale è tornato di moda a Roma». Per il quotidiano finanziario britannico l’Italia «ha bisogno di investimenti esteri per uscire dalla sua profonda crisi economica ma i politici sono troppo presi dall’ammantarsi nella bandiera per rendersene conto».

 
Fabio Grazzini

 

Ti potrebbe interessare

Master in giornalismo LUMSA
logo ansa
Carlo Chianura
Direttore delle testate e dei laboratori
Fabio Zavattaro
Direttore scientifico
@Designed & Developed by Bedig