La battaglia di Aleppo sembra volgere alla fine. Le forze armate governative avrebbero conquistato l’intera città vecchia. Quanto anticipato dall’Osservatorio di diritti umani coincide con quanto riportato dall’agenzia siriana Sana, secondo cui i ribelli avrebbero perso i quartieri di Aghiour e Bab al-Hadid, nella parte est della città. Nei giorni scorsi erano cadute Karm al-Dada, Karm al-Qatirji, al-Shaar, al-Marjeh e al-Sheikh Lutfi.
53 i civili uccisi nei bombardamenti governativi e russi delle ultime 24 ore. Lo riferiscono le fonti mediche della protezione civile dei quartieri sud-orientali. I ribelli, che controllano ancora questa zona, hanno avanzato una richiesta di tregua, per evacuare i cittadini bisognosi di cure mediche. Risposta negativa dei soldati di Assad, che si preparano ad insistere nell’avanzata. Per l’Onu ci sarebbero ancora 200mila persone sotto assedio, prese nella morsa dell’offensiva lealista.
Circa tremila invece i miliziani che hanno deposto le armi a Khan al-Sheikh, vicino Damasco, in base a quanto comunica l’agenzia russa Tass. È stato permesso loro di abbandonare Aleppo con le famiglie. A disposizione 52 autobus per portarli al sicuro nella provincia di Idlib. «Dopo lunghi e difficili negoziati è stato raggiunto un accordo di “cessate il fuoco” con i miliziani» ha spiegato il colonnello russo Alexiei Leshchenko. Consegnate 500 armi da fuoco, fucili da cecchino e numerosi mortai.
Un consigliere militare russo, Ruslan Galitsky, è morto in seguito alle ferite causate da «un attacco di artiglieria dei miliziani della cosiddetta opposizione contro uno dei quartieri di Aleppo ovest», si legge in una nota del ministero della Difesa di Mosca. Il colonnello faceva parte dell’operazione Interfax, e si occupava dell’organizzazione dei reparti e dello studio dei mezzi militari. È la terza vittima russa in Siria nell’ultima settimana, insieme con le due infermiere colpite dal raid aereo all’ospedale da campo di Aleppo.