Provava a difendere la sua ragazza dalle pesanti battute di un gruppo di ragazzi. È morto così a soli 20 anni Emanuele Morganti, giovane di Alatri massacrato di botte nella notte tra venerdì e sabato davanti a un locale della cittadina frusinate. A poco è servito il trasporto al Policlinico Umberto I di Roma: le lesioni riportate erano talmente gravi che – nonostante l’intervento chirurgico – per lui non c’è stato nulla da fare. I genitori hanno autorizzato l’espianto degli organi.
Gli indagati – I carabinieri hanno subito dato avvio alle indagini. Sono nove le persone indagate per la morte di Emanuele. In particolare gli inquirenti, guidati dal pm di Frosinone Vittorio Misiti, hanno ascoltato in diversi lunghi interrogatori i quattro buttafuori del locale e altre cinque persone del luogo, sospettati di aver preso parte al pestaggio. Tutti e nove sono ora finiti sul registro degli indagati. Da quel che si apprende, le loro dichiarazioni sono state fortemente contraddittorie, ma non emergono ancora dettagli sulle giustificazioni da loro fornite ai carabinieri. Gli investigatori stanno inoltre utilizzando le immagini di una telecamera che si trova nella piazza di Alatri e che avrebbe ripreso la brutale aggressione.
La ricostruzione – Secondo le prime ricostruzioni dell’accaduto, Emanuele Morganti si è recato venerdì sera con la sua ragazza al “Mirò”, un circolo Arci nel centro storico di Alatri. Intorno alle due di notte, un giovane albanese si è avvicinato alla coppia iniziando a importunare la fidanzata di Emanuele. Sarebbe quindi scoppiato un diverbio tra i due ragazzi, proseguito poi fuori dal locale. A quel punto le cose sarebbero degenerate, coinvolgendo in una maxi-rissa gli amici dell’albanese. Emanuele sarebbe stato colpito con calci e pugni. Uno degli aggressori avrebbe poi preso un oggetto di ferro, forse una spranga o una chiave inglese, e avrebbe colpito il giovane alla testa, lasciandolo a terra incosciente.
Portato inizialmente all’ospedale San Benedetto di Alatri, Morganti è stato poi trasportato con l’elisoccorso all’Umberto I di Roma. Dopo 36 ore di agonia Emanuele è morto. A dare la conferma del decesso è stata la pagina Facebook del Comune di Alatri: «I medici dell’ospedale capitolino hanno rilevato la rottura delle vertebre cervicali e varie fratture craniche provocate con un paletto. Il ragazzo era tenuto in vita artificialmente dall’alba di oggi. Poco dopo le 15 anche il cuore si è fermato».
Parla la famiglia – «E’ stata una vera e propria esecuzione», ha raccontato distrutto Pietro Morganti, lo zio del ragazzo: «Hanno anche sputato sul corpo a terra. I testimoni ci hanno detto che lo picchiavano ovunque, lui ha provato ad andare via con la fidanzata, poi è caduto e l’hanno finito». Su Facebook è arrivato inoltre il ricordo della ragazza di Emanuele: «Non riesco ancora a realizzare tutto quello che è successo. Non meritavi tutto questo, non hai fatto niente di male».
L’appello del sindaco – Il sindaco di Alatri, Giuseppe Morini, ha invitato tutti a non essere omertosi: «Chi sa parli. Invito tutti a dire la verità, a collaborare con gli inquirenti affinché al più presto vengano individuati i responsabili. Alatri non deve essere omertosa. Fuori da quel locale – ha aggiunto il rimo cittadino – c’erano tante persone, ma nessuno ha fermato gli aggressori o contenuto la terribile barbarie. È terribile». Stasera, dalla piazza dell’aggressione, partirà una fiaccolata silenziosa contro la violenza. Domani ad Alatri sarà giornata di lutto cittadino.