Ci hanno provato in tutti i modi a stare a galla durante la chiusura forzata, i musei. Hanno organizzato visite telematiche, per accogliere fra le loro bellezze il turista comodamente seduto di fronte a un computer. E hanno aspettato il loro ritorno. Ora il tempo del lockdown è finito e, da Nord a Sud, i musei statali sono pronti per ripartire con tutte le cautele del caso.
Già da oggi, storici, specialisti e studiosi potranno tornare all’Archivio di Stato di Venezia, alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, alla Galleria Nazionale delle Marche di Palazzo Ducale a Urbino, alla Basilica di San Saturnino a Cagliari, al Memoriale di Giuseppe Garibaldi a Caprera e a Palazzo Pitti a Firenze.
A margine dell’evento di riapertura di Palazzo Pitti a Firenze è intervenuto con una proposta a sorpresa Eike Schmidt, il direttore delle Gallerie degli Uffizi, lo stesso che aveva stimato perdite per 12 milioni di euro durante il periodo di quarantena: “Credo che il momento sia giunto: i musei statali compiano un atto di coraggio e restituiscano dipinti alle chiese per i quali furono originariamente creati. Il modo più concreto per ripristinare il principio del ‘museo diffuso’, secondo la felice espressione di Antonio Paolucci, è che i musei statali comincino a riportare nei luoghi sacri i dipinti che per essi furono creati”, ha detto Schmidt.
Sempre a Firenze, città d’arte per antonomasia, il sindaco Dario Nardella ha annunciato la fine della quarantena e il contatto con il David di Michelangelo, icona della città toscana, per il 2 giugno. Stesso giorno in cui si commemora anche un’altra importante tappa della storia dell’Italia unita: la festa della Repubblica, che martedì compirà 74 anni e che dovrà fare a meno della tradizionale parata ai Fori Imperiali di Roma per essere festeggiata. In compenso, sui cieli del Bel Paese, è un tripudio di verde, bianco e rosso: i colori delle nostre Frecce Tricolori che stanno pitturando le città e che il 2 giugno termineranno proprio nella Capitale.