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HomeCultura Al via il Sinodo per l’Amazzonia, al centro ecologia e problemi sociali

Ecologia e impoverimento
sono al centro del Sinodo
dedicato all'Amazzonia

Previsto dal 6 al 27 ottobre in Vaticano

critica l'ala conservatrice della Chiesa

di Marco Valentini04 Ottobre 2019
04 Ottobre 2019

Papa Francesco arriva a San Pietro per la'udienza settimanale. 31 Ottobre 2018. ANSA/ETTORE FERRARI

“Nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale”. E’ questo il titolo del Sinodo che si svolgerà dal 6 al 27 ottobre in Vaticano, per discutere i problemi che sta affrontando l’Amazzonia. La regione è infatti colpita dal fenomeno della deforestazione selvaggia a scopo agricolo, dal progressivo impoverimento degli abitanti e recentemente è stata interessata da vasti incendi che hanno irrimediabilmente compromesso la salute di uno dei più importanti polmoni del mondo. Il tutto nel disinteresse del governo brasiliano di Jair Bolsonaro, per questo criticato da gran parte della Comunità internazionale.

Al Sinodo parteciperanno 185 membri, tra cardinali e vescovi provenienti dalle circoscrizioni ecclesiastiche della regione panamazzonica (Antille, Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela), ma anche da scienziati, esperti ambientali e rappresentanti di etnie indigene. Prevista inoltre la presenza di 35 donne, suore ma anche laiche, e di uditori come l’ex-segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.

Non si può pensare a un’evangelizzazione della regione amazzonica senza affrontare il tema dell’ecologia, né è possibile tralasciare l’aspetto sociale e umano. È questa la ratio che sta dietro alla definizione di “ecologia integrale”, coniata da papa Francesco nella sua enciclica Laudato sì del maggio 2015. Per sottolineare la vocazione universale dell’assemblea, il Papa ha invitato a partecipare anche alcuni rappresentanti provenienti dall’area del bacino del fiume Congo, “che vivono in questo momento gli stessi problemi dell’Amazzonia”, come spiegato dal segretario generale del Sinodo dei vescovi, Lorenzo Baldisseri.

Non tutti però all’interno della Chiesa vedono con favore la vocazione ambientalista del Sinodo. C’è infatti chi, come il cardinale Gherard Mueller, individua il rischio di “un’ulteriore secolarizzazione della Chiesa”. Le forti riserve espresse dall’ala più conservatrice del Vaticano, di cui Mueller è autorevole esponente in quanto ex prefetto della Congregazione per la fede, sono così motivate dal cardinale tedesco: “Soltanto Gesù Cristo è la ragione, il contenuto e la misura della nostra fede. Non un Dio pagano, che ci parla nei miti e nelle utopie, nella dinamica degli eventi, nei processi da noi avviati, nel sangue della razza, nello spirito popolare o nelle realtà immorali della vita”.

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