NAPOLI – Una stretta di mano tra il neo ministro della Cultura italiano, Alessandro Giuli e i responsabili del dicastero culturale dei governi dei 6 Paesi appartenenti al G7. Il G7 cultura a a Napoli è iniziato così, dopo l’inaugurazione avvenuta il 19 settembre. “L’Italia crede che, soprattutto in questa epoca, la cultura sia un pilastro centrale della convivenza civile, un formidabile strumento di comprensione reciproca e di confronto, un antidoto a ogni forma di discriminazione ed estremismo, un formidabile volano di sviluppo sostenibile”, ha detto il ministro. Presente all’incontro anche il ministro della Cultura giapponese e il ministro della Cultura e delle Comunicazioni Strategiche dell’Ucraina, Mikola Tochytskyi.
Il sostegno all’Ucraina
Il G7 è stato volutamente aperto dal ministro della Cultura ucraina affinché fosse chiara la vicinanza italiana a Kiev. “Le democrazie liberali di tutto il mondo devono essere compatte e unite per la tutela dei beni culturali di un Paese aggredito che fa parte della nostra cultura europea e mondiale”, ha specificato Giuli. L’Ucraina si sta “difendendo da oltre due anni da una aggressione, quella della Russia di Putin, scellerata e criminale, che viola i principi del diritto internazionale e riporta in Europa l’orrore del conflitto militare”, ha aggiunto. Sembra esserci, da parte di Mosca, un tentativo “di cancellare l’identità culturale ucraina, di annientare i segni di una Nazione, che ha dimostrato, con il coraggio e la determinazione di voler scegliere autonomamente il proprio futuro”, ha sottolineato il ministro.
L’Intelligenza Artificiale tra i temi
Tra i temi che verranno affrontati i benefici e i rischi legati all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. “Grazie all’IA è più agevole decifrare il contenuto di testi antichi, svolgere ricerche investigative su opere d’arte rubate e commercializzate online”, ha detto Giuli. Tuttavia, serve una regolamentazione specifica sul tema. “È fondamentale che il G7 trovi convergenze sugli strumenti e le modalità più opportune per governare gli effetti dell’intelligenza artificiale sulle industrie culturali e creative. Noi crediamo che il processo di sviluppo di questa tecnologia debba mettere al centro l’individuo, i suoi diritti, la sua creatività”, ha spiegato il ministro.