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Al ritorno da Sarajevo Papa Francesco apre in Vaticano un dormitorio per i clochard

di Corinna Spirito08 Giugno 2015
08 Giugno 2015

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Un dormitorio per i clochard in Vaticano. Questo il regalo annunciato da Papa Francesco a ritorno dal suo viaggio a Sarajevo. La struttura che accoglierà tutte le notti trenta homeless è in via dei Penitenziari, strada che incrocia Borgo Santo Spirito, a due passi da dove i senzatetto trascorrono le giornate. La data ufficiale di apertura del ricovero non è ancora stata resa nota, ma l’attesa non sarà lunga: sono già iniziati i lavori di ristrutturazione dell’immobile, che precedentemente ospitava l’agenzia di viaggi umanitari Raptim. Un dono che conferma l’attenzione di Francesco per i senzatetto: nel corso dell’anno sono già stati adibiti per loro, intorno al colonnato di piazza San Pietro, docce, bagni e una barberia aperta il lunedì; e in più di un’occasione è stato nutrito lo spirito, insieme al corpo. Basta pensare a quando sono stati fatti distribuire ai senzatetto i libretti di Quaresima e il Vangelo oppure quando è stata organizzata per loro una visita alla Cappella Sistina per comprendere che l’obiettivo del Papa è ridare dignità agli esclusi e agli emarginati. Come molte altre volte, anche nel corso dell’omelia di ieri in piazza San Pietro, Francesco ha ricordato che Cristo è nel nostro prossimo: “nel povero che tende la mano, nel sofferente che chiede aiuto”.

Durante la messa ha anche parlato del suo viaggio di sabato. “Mi sono recato a Sarajevo, in Bosnia ed Erzegovina, come pellegrino di pace e di speranza – ha detto il Pontefice – Sarajevo è una città-simbolo. Per secoli Sarajevo è stata luogo di convivenza tra popoli e religioni, tanto da essere chiamata ‘Gerusalemme d’occidente’. Nel recente passato è diventata simbolo delle distruzioni della guerra. Adesso è in corso un processo di riconciliazione, e soprattutto per questo sono andato: per incoraggiare questo cammino di convivenza pacifica tra popolazioni diverse; un cammino faticoso, difficile, ma possibile! Lo stanno facendo bene”. Ha poi tenuto a ringraziare i fedeli che gli hanno dato il “bentornato” con striscioni e saluti e la comunità cattolica di Sarajevo, alla quale ha voluto portare “l’affetto della Chiesa Universale”. “Ho apprezzato l’impegno di collaborazione e di solidarietà tra persone di religioni diverse, spronando tutti a portare avanti l’opera di ricostruzione spirituale e morale della società – ha continuato Francesco – Lavorano insieme come veri fratelli. Il Signore benedica Sarajevo e la Bosnia ed Erzegovina”.

Corinna Spirito

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