Era il 21 luglio 2016 quando l’ultima nave carica di carbone lasciava il porto di Genova. Di lì a poco, il 13 agosto, si sarebbe decretata la chiusura della storica centrale Enel del porto Sampierdarena, dopo 87 anni di attività. L’addio ai carbuné e la riconversione dello stabile erano un’inevitabile conseguenza. Già due linee su tre erano state precedentemente chiuse e il carbone, ormai rimpiazzato dal petrolio o dall’energia nucleare d’importazione, non ha retto all’onda d’urto.
Il bellissimo stabile affacciato sul porto, vincolato dalla Sovrintendenza per il suo valore architettonico, è stato messo al centro di numerose nuove ipotesi di riconversione: da sede per lo stoccaggio del gas naturale liquefatto a quello di deposito petrolifero, fino ad arrivare all’idea di trasformarlo in un polo museale dedicato all’arte contemporanea.
Tutto questo però è da rimandare. Clamorosamente il carbone torna a Genova, nella sua vecchia centrale appena dismessa. Il motivo è semplice: la Francia ha bisogno di energia d’importazione che rimpiazzi quella nucleare che non riesce più a produrre.
A Parigi infatti le autorità di controllo hanno decretato il fermo di 21 impianti nucleari su 58, dopo la scoperta di un’anomalia nel cappotto di cemento che protegge il reattore nella centrale in costruzione a Flamanville, in Normandia. Un’anomalia che potrebbe essersi verificata anche in altre centrali, su cui si stanno svolgendo scrupolosi controlli. I francesi quindi si sono visti costretti a chiedere energia, iniziando già dallo scorso ottobre ad importarla dai Paesi confinanti tra cui naturalmente l’Italia. Questa richiesta ha fatto sì che per soddisfare l’innalzamento dell’esportazioni di energia, venisse riaperta anche la storica centrale di carbone.
A Genova torneranno gli storici lavoratori nell’impianto di Sampierdarena, il mar ligure verrà solcato di nuovo dalle grandi navi cariche di carbone.
Sembrerebbe un’ottima notizia, ma prima di lasciarsi andare all’entusiasmo le analisi da fare sono sostanzialmente due. Innanzitutto questa riapertura è temporanea: sarà infatti un intervento a termine, giusto il tempo per permettere alla Francia di terminare i controlli e riattivare le proprie centrali. Questo improvviso aumento della domanda energetica poi ha portato il Ministro dello Sviluppo economico a chiedere ad Enel il rinvio della chiusura di alcune centrali nel Nord-Est Italia, prossime alla riconversione.
L’impennata di produzione di energia, ha già portato e porterà dei rincari in bolletta. Già da gennaio infatti si registra un aumento del +9% sulle tariffe dell’elettricità e si prospetta che la percentuale tenderà ad aumentare.