ROMA – Riprendono a salire le diagnosi di Hiv in Italia che non sono però ancora ritornate ai livelli pre-pandemia. Lo scorso anno sono aumentate del 2% rispetto al 2021 del 34% rispetto al 2020. Si tratta del secondo aumento consecutivo dopo oltre un decennio di discesa. Il trend risente però dell’esperienza della pandemia e del crollo delle diagnosi registrato nel 2020 pari a -44% sull’anno.
Questo il quadro che viene fuori dall’aggiornamento della sorveglianza nazionale delle nuove diagnosi di infezione da Hiv e dei casi di Aids, curato dall’Istituto Superiore di Sanità e pubblicato nella Giornata Mondiale per la lotta contro l’Aids dell’1 dicembre.
Secondo il rapporto, lo scorso anno in Italia si è osservata un’incidenza media dell’Hiv pari a 3,2 nuovi casi su 100 mila abitanti. Un risultato inferiore rispetto a quella osservata tra i Paesi dell’Europa occidentale e dell’Unione Europea. I tassi più alti di nuove diagnosi sono state registrate in Lazio, Toscana, Abruzzo, Campania.
Il 79% delle nuove diagnosi di Hiv ha riguardato i maschi, mentre la principale modalità di contagio sono i rapporti sessuali.