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HomeEsteri Afghanistan, primo colloquio Usa-talebani dopo ritiro

Afghanistan, primo colloquio
tra Stati Uniti e talebani
su diritti umani e sicurezza

L'esecutivo di Kabul: "Contrasteremo

il terrorismo senza sostegno Usa"

di Roberta Chiarello11 Ottobre 2021
11 Ottobre 2021

epa09503725 Taliban stand guard near the scene of a bomb blast in Kabul, Afghanistan, 03 October 2021. At least two people were killed when a bomb exploded outside the Eid Gah Mosque in Kabul where a memorial service was being held for the mother of Taliban spokesman Zabihullah Mujahid. EPA/STRINGER

I talebani si impegneranno nella lotta al terrorismo in Afghanistan, ma non intendono cooperare con Washington per contrastare l’azione dell’Isis. Sono due dei punti nevralgici emersi dai colloqui tenuti a Doha tra il nuovo governo di Kabul e gli Stati Uniti, che hanno annunciato l’intenzione di fornire aiuti umanitari al Paese.

In occasione del primo faccia a faccia fra le due parti dal ritiro americano dall’Afghanistan, le discussioni sono state “franche” – ha riferito il portavoce statunitense Ned Price. Gli Usa, tuttavia, restano fermi su un punto: non daranno riconoscimento politico al nuovo esecutivo formato dagli studenti coranici. Il territorio afghano non sarà usato dagli estremisti come campo base “per lanciare attacchi contro altri Paesi”, ha riportato il rappresentante politico dei talebani, Suhail Shaheen, ma sulla lotta all’Isis nessuna collaborazione con gli Usa. “Siamo in grado di affrontare Daesh (l’Isis) autonomamente”, ha garantito Shaheen, mettendo in chiaro gli intenti dei taliban sulla lotta al terrorismo, tema cruciale per la comunità internazionale, che martedì sarà al centro del G20 straordinario sull’Afghanistan presieduto dall’Italia.

Un primo accordo è stato raggiunto anche sulla sorte degli stranieri bloccati nel Paese dopo la caduta di Kabul: i talebani garantirebbero il “passaggio sicuro” degli statunitensi così come di altri cittadini stranieri. Nessuna apertura è arrivata invece sulla tutela delle minoranze, nonostante le pressioni statunitensi per il rispetto dei diritti di tutti gli afghani, “comprese le donne e le ragazze”, con la loro partecipazione a tutti gli aspetti della società e la formazione di un governo inclusivo. “Quello che chiediamo è di avere tempo, questo processo avverrà gradualmente”, ma “in questo momento la nostra priorità è stabilizzare il Paese dopo 40 anni di guerra”, ha spiegato in un’intervista ad Al Jazeera il portavoce del ministero degli Esteri, Abdul Qahar Balkhi. Washington ha assicurato al popolo afghano la fornitura di una “robusta assistenza umanitaria”, ma ha ribadito che “i talebani saranno giudicati dalle loro azioni, non solo dalle parole”.

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