LONDRA – Adolescence è la serie del momento. Le quattro puntante firmate da Philip Barantini è al primo posto su Netflix dopo aver conquistato il pubblico fin dal primo momento. Tantissime visualizzazioni, ma soprattutto dibattiti su mascolinità tossica, radicalizzazione dei giovani maschi e il concetto di Incel. L’opera racconta la storia di Jamie, un tredicenne accusato dell’omicidio di una compagna di scuola, e l’impatto di questo evento sulla famiglia e sulla comunità.
Il successo da oltre 24,3 milioni di visualizzazioni dal 13 marzo
Adolescence è una serie potente e per questo straziante, coinvolgente e snervante. Da un punto di vista qualitativo, bastano le parole del The Guardian: “La cosa più vicina alla perfezione televisiva degli ultimi decenni”. A colpire è il tema della serie. In quattro episodi lo show segue le vicende della famiglia Miller: nella prima puntata il figlio minore viene portato alla stazione di polizia con l’accusa di aver ucciso una compagna di scuola. Nell’ultima puntata c’è la sentenza. Ognuna delle puntate è autoconclusiva e girata in un’unica ripresa. Anche questo contribuisce a colpire la sensibilità di chi guarda. La serie – ideata e scritta da Jack Thorne e Stephen Graham e girata da Philip Barantini – ruota attorno a una domanda: cosa sanno i genitori dei figli?
Fin dal primo episodio lo stesso Graham, che interpreta il padre del bambino, si interroga, cercando di capire cosa sia successo e perché. Si parla di subcultura Incel, quella secondo la quale gli uomini non belli e dotati rimarranno irrimediabilmente soli tutta la vita. Il bollino di “sfigato” e “brutto” che arriva al ragazzino e fa montare la rabbia. Non solo in una serie tv. Adolescence costringe il pubblico a riconoscere i pericoli che stanno minacciando la società. Non è – solo – la cultura Incel. Sono gli insegnamenti che i genitori stanno dando ai figli per combattere il mondo tossico e violento. Un mondo maschilista, in cui poliziotti, insegnanti, psicologi e genitori contemporanei fanno fatica.
Personaggi principali e cast
Ci sono tre blocchi di personaggi che si vedono in azione nella serie. In primis la famiglia Miller, composta da Jamie, un ragazzo introverso e intelligente che, dopo l’arresto, viene sottoposto a interrogatori durissimi e deve affrontare la pressione mediatica e il giudizio della società. Il ragazzo è interpretato da Owen Cooper all’esordio. La scena della sua sfuriata davanti alla psicologa – virale sui social – era la prima scena girata per il 15enne. Un talento, secondo Graham, “che ricorda Robert De Niro”.
First acting job.
— Netflix UK & Ireland (@NetflixUK) March 20, 2025
First episode to be filmed.
First time being on set.
AND HE DELIVERS THIS!
Owen Cooper, you're a star. #Adolescence pic.twitter.com/dL9fvDuGdF
Poi ci sono Stepehen Graham e Christine Tremarco, rispettivamente Eddie e Manda Miller: il primo cerca in tutti i modi di difendere suo figlio nonostante le prove, la seconda inizia a dubitare di tutto ciò che pensava di sapere di suo figlio. Oltre a loro c’è Lisa, interpretata da Amélie Pease, la sorella maggiore che si ritrova isolata dopo lo scandalo.
Il secondo blocco è formato dalle forze dell’ordine e dal sistema giudiziario, come l’ispettore detective Luke Bascombe – interpretato da Ashley Walters – supportato dalla sergente detective Misha Frank – Faye Marsay – e la psicologa adolescenziale Briony Ariston – portata sullo schermo da Erin Doherty – che cerca di capire Jamie Miller.
Il terzo blocco è composto non da persone ma dal sistema dei media e delle piattaforme social. Queste giocano un ruolo fondamentale nel caso, trasformando il secondogenito della famiglia Miller in un colpevole ancor prima del processo.