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HomeCronaca Adesivi antisemiti in curva: i fiori di Lotito al Tempio finiscono nel Tevere

Adesivi antisemiti in curva
i fiori di Lotito al Tempio
finiscono nel Tevere

Individuati sedici ultrà responsabili

tre di loro sono minorenni

di Gloria Frezza25 Ottobre 2017
25 Ottobre 2017

Sale a sedici per ora il numero di persone identificate dalla polizia e ritenute colpevoli di aver affisso adesivi con l’immagine di Anna Frank con indosso la maglia della Roma nella Curva Sud dello Stadio Olimpico. Il lavoro incrociato svolto da Digos, Scientifica e commissariato di Prati sulle telecamere interne ha permesso di individuare anche tre minori, di cui uno tredicenne e non imputabile.

Finisce invece nel Tevere la corona di fiori portata ieri dal presidente della Lazio, Claudio Lotito, in Sinagoga. Sparita dall’ingresso della sinagoga, sarebbe stata prelevata da un gruppo di ragazzini della Comunità ebraica. Il gesto è forse una conseguenza delle indiscrezioni in circolazione, secondo cui Lotito, poco prima di arrivare al Tempio con una delegazione della squadra, avrebbe detto ai suoi collaboratori: «Non valgono nulla questi. Hai capito come stamo? Famo ‘sta sceneggiata…”

In via ufficiale, questa mattina, il presidente ha detto ben altro, definendo gli adesivi una “barbarie inammissibile”. «Repressione e prevenzione. Occorrono pene severissime, anche il Daspo a vita». Sui propri tifosi poi, si è detto sorpreso. Sospetta una mano esterna a quella degli ultrà della Nord e aggiunge: «E casualità questo avviene non solo in un momento in cui la Lazio ottiene ottimi risultati, ma stranamente proprio quando si registra un cambiamento di tendenza della tifoseria».

Ieri, prima della partita tra Inter e Sampdoria, Mauro Icardi ha consegnato ai bambini delle copie del Diario di Anna Frank. Inoltre, secondo una decisione della Federcalcio, per i prossimi giorni alcuni brani dell’opera saranno letti prima dei match di serie A, B e C. Una decisione che ha già fatto discutere e ha generato un dibattuto con la tifoseria dell’Ascoli, che ha rifiutato di prender parte al minuto di silenzio definendo il gesto “pubblicitario”.

«I giocatori simbolo devono diventare protagonisti effettivi della battaglia. Va dato uno stop fortissimo all’omertà per quieto vivere che ancora oggi in molte piazze permea il rapporto tra i giocatori simbolo e gli ultrà. Quando avvengono episodi gravi, l’arbitro e i due capitani dovrebbero consultarsi e mandare tutti negli spogliatoi. Fallo una volta, fallo due volte, e vedrai il risultato. Perché la rivolta dei tifosi veri contro gli ultrà finalmente scoppierebbe». Ha detto così Riccardo Pacifici, ex presidente della Comunità ebraica romana, a Qn, consigliando una linea più dura verso questi episodi. «Chi utilizza l’immagine di Anna Frank con modalità da stadio sa quel che fa. Sa di utilizzare il principale bersaglio dei revisionisti e dei negazionisti in chiave antisemita. Tra l’altro l’immagine di Anna Frank, virata in versione calcistica, girava da parecchi giorni sulla Rete. E anche in maglia della Lazio. Chi ha agito all’Olimpico lo ha fatto dietro regìa. Nessuno può minimizzare».

Anche lo scrittore israeliano David Grossman, intervistato da Repubblica, invita all’azione: «La tolleranza, la democrazia, hanno bisogno di sforzo e impegno costante. I razzisti non pensano. Gli basta una frazione di secondo per agire».

Attesa intanto per oggi a piazzale Clodio un’informativa dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, a capo dell’indagine, che si ipotizza contenga il reato di istigazione all’odio razziale.

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