Si sono svolti stamane i funerali di Elio Toaff, per mezzo secolo a capo della comunità ebraica romana. Le esequie proseguiranno a Livorno, sua città natale, dove verrà infine sepolto.
Il nome di Toaff è legato alla storica visita di papa Giovanni Paolo II in sinagoga del 13 aprile di 29 anni fa: un gesto di altissimo valore simbolico, che cementò una profonda amicizia personale, tanto da essere suggellata dalla citazione del suo nome nel testamento di papa Wojtyla. Di quell’incontro, il rabbino scrisse più tardi: «Insieme entrammo nel Tempio. Passai in mezzo al pubblico silenzioso, in piedi, come in sogno, il papa al mio fianco, dietro cardinali, prelati e rabbini: un corteo insolito, e certamente unico nella lunga storia della Sinagoga. Salimmo sulla Tevà e ci volgemmo verso il pubblico. E allora scoppiò un applauso lunghissimo e liberatorio, non solo per me, ma per tutto il pubblico, che finalmente capì fino in fondo l’importanza di quel momento».
Toaff arrivò a Roma nel 1951, raccogliendo l’eredità di un altro grande rabbino capo della capitale, David Prato. Per 50 anni è stato la massima autorità religiosa degli ebrei romani, figura di primo piano dell’ebraismo italiano e da questa sempre amatissimo. Toaff ha lasciato la sua carica l’8 ottobre del 2001 a 86 anni: fu lui stesso ad annunciarlo al termine delle preghiere in Sinagoga. Un annuncio che commosse e colpì non solo gli ebrei romani, ma l’intero ebraismo italiano.
Il premier Renzi lo ha salutato con un tweet: «Un pensiero carico di gratitudine e affetto per il rabbino Elio Toaff, grandissimo italiano e uomo simbolo della comunità ebraica». A esprimere cordoglio è anche il sindaco Marino, che nella notte si è recato nell’abitazione di Toaff: «Il paese perde un grande italiano, la comunità ebraica e la nazione, un punto di riferimento morale e culturale. Per Roma è una notte triste. Voglio esprimere il mio cordoglio e quello di tutta la città. Toaff era un uomo di grande valore che ha dedicato la sua vita alla spiritualità, al dialogo interreligioso, alla memoria e alla conoscenza».
«Toaff ha avuto l’arduo compito di accompagnare le comunità ebraiche italiane fuori dagli anni bui della guerra – ha aggiunto il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti -, riportando speranza nei cuori delle persone, incoraggiando sempre il dialogo anche nei momenti più difficili. I fedeli ricominciarono a frequentare le sinagoghe, le comunità tornarono a mostrare la propria vitalità e le proprie tradizioni. Non smetteremo mai di ringraziarlo per quello che ha saputo dare a tutti noi, senza mai chiedere nulla in cambio, con umiltà, restando un uomo come tutti gli altri».
Renato Paone