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Addio a Ben Bradlee, direttore del Washington Post. Anche Obama lo ricorda: «Era un bene vitale per la nostra democrazia»

di Samantha De Martin28 Ottobre 2014
28 Ottobre 2014

Benjamin+Bradlee

Si è spento all’età di 93 anni, sconfitto dall’Alzheimer e dalla demenza senile, il direttore del Washington Post, Ben Bradlee, meritevole di aver consacrato il Post a grande quotidiano nazionale, consentendogli di travalicare i modesti confini cittadini, per spiccare il volo nel panorama mondiale dell’informazione. Consumato il cursus honorum che da caporedattore ha condotto Bradlee alla direzione del giornale per 26 anni, ai tempi dello scandalo Watergate che coinvolse la Casa Bianca nel 1972, la carismatica figura del Post viene ricordato soprattutto per l’invito rivolto ai cronisti Bob Woodward e Carl Bernstein a seguire la vicenda della Casa Bianca, indagando a fondo affinché venisse a galla la verità. Il presidente Obama, che lo scorso anno lo insignì della medaglia della libertà, ha elogiato Bradlee per aver aiutato gli americani a capire, attraverso il giornalismo, il mondo in cui vivono. «Lo standard che ha fissato per onestà, obiettività e il racconto meticoloso – ha detto il presidente degli Stati Uniti – ha incoraggiato molti altri a intraprendere la professione. Era un bene pubblico vitale per la nostra democrazia».

Woodward e Bernstein, i due cronisti che, grazie alla loro inchiesta sul Watergate, provocarono le dimissioni del presidente Nixon nel 1974, e che regalarono al giornale il Premio Pulitzer, hanno scritto sul Post: «è morto un vero amico e genio». Una figura, quella di Bradlee, rimasta nella storia del quotidiano, anche per la decisione, presa insieme all’editore di allora, Katharine Graham, di pubblicare, nel 1971, alcuni articoli basati sui cosiddetti “Pentagon papers”, ovvero le 7mila pagine di documenti top secret sulla guerra in Vietnam. L’amministrazione Nixon si rivolse al tribunale per cercare di scongiurarne la pubblicazione, ma la Corte Suprema accolse la richiesta del Washington Post e del New York Times di rendere nota la vicenda.

Forte dalle scelte di Bradlee, di allargare la rete di corrispondenti intorno al mondo, il Washington Post vide crescere il numero dei suoi uffici nella regione di Washington e in altri Stati, arricchito di progetti come Style. Tuttavia la carriera del carismatico direttore non fu scevra di difficoltà come al tempo della vicenda raccontata dal giovane reporter, Janet Cooke, completamente inventata e che, nel 1981, fece vincere al giornale, malgrado tutto, il Premio Pulitzer.

Dopo l’annuncio della morte di Bradlee, diffuso ai lettori dal sito dello stesso quotidiano, continuano ad affluire messaggi di cordoglio da parte di giornalisti, direttori ed editori.

Samantha De Martin

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