Sergio Lepri è morto questa mattina all’età di 102 anni. Nato nel settembre 1919, trascorre una vita intera per il giornalismo. Dopo essersi laureato in filosofia all’università di Firenze e aver insegnato nelle scuole statali come professore di storia, approda alla carta stampata nell’inverno 1943-1944, durante l’occupazione tedesca, all’interno dell’organo clandestino del Partito Liberale “L’opinione”. Alla guerra partecipa in prima persona. Poiché gli mancavano due millimetri per essere ammesso al corso ufficiali (l’altezza minima era un metro e 60, lui era un metro e 59 e 8 millimetri), fece tutta la gavetta: caporale, caporal maggiore, sergente. Iscritto al Partito d’Azione, fa la Resistenza da giornalista, anzi da direttore, guidando un foglio clandestino.
Terminata la guerra, diventa giornalista professionista nel 1946, lavorando prima alla “Nazione del popolo” di Firenze, poi al ”Mattino dell’Italia centrale”. Quando diventa redattore capo del ”Giornale del mattino” continua ad essere anche editorialista e inviato speciale, soprattutto all’estero. Per due inchieste negli Stati Uniti e nell’Unione Sovietica vince due premi giornalistici, rispettivamente il “Marzotto” nel 1953 e il “Saint Vincent” nel 1956.
In questi anni si avvicina al mondo della politica, diventando prima portavoce di Amintore Fanfani, segretario nazionale della Democrazia Cristiana, nel 1957, poi capo del servizio stampa della Presidenza del Consiglio con Fanfani presidente, nel 1958-1959.
Ma la parentesi politica dura poco. Nel 1960 entra all’Ansa e viene nominato prima co-direttore responsabile nel gennaio 1961 e poi direttore responsabile nel gennaio 1962. Qui ci resta per trent’anni. “È stato il giornalista che ha consentito all’Ansa di diventare la più grande agenzia italiana e l’ha portata nella modernità, capendo prima di tutti l’importanza della tecnologia nel mondo dell’informazione” ricorda in un colloquio con LumsaNews Luigi Contu, attuale direttore dell’Ansa.
A settembre 2019, per festeggiare i suoi 100 anni, l’Ansa aveva organizzato un forum nel quale tre direttori a confronto – Lepri, Giulio Anselmi e Contu – avevano fatto il punto sul giornalismo, ieri oggi e domani. “Abbiamo parlato con lui dell’evoluzione del giornalismo, con analisi efficaci e sempre moderne e attuali”, ricorda Contu.
“Il suo rigore nella valutazione delle notizie e la sua capacità di carpire la notizia ed essere equidistante da essa è stata la lezione più grande che ci ha regalato e che ancora oggi è attualissima”, afferma ancora il direttore Contu. “Era una persona di grandissima intelligenza e umanità, che teneva molto al rapporto umano e partecipava attivamente alla gestione delle notizie. Era completamente coinvolto nella missione del giornalista”.
Una missione che Lepri ha voluto seguire fino alla fine.