Oltre a percorrere a tempo di record i 200 metri delle piste di atletica di molti stadi del mondo, Pietro Mennea, è stato anche una delle icone che hanno fatto la storia dello sport dell’Italia dagli anni ’70 fino ai ’90. Mennea, simbolo di scatto e velocità, stamattina è stato stroncato definitivamente da un male incurabile. E’ morto all’età di 61 anni in una clinica di Roma. L’atleta di Barletta è stato primatista del mondo dei 200 metri dal 1979 al 1996, con il 19”72 fatto segnare durante le Universiadi a Città del Messico.
Un curriculum straordinario. L’attività agonistica della “Freccia del sud” (soprannome dato a Pietro Mennea per la sua velocità e per la sua provenienza meridionale) inizia nel 1971 agli europei di Monaco di Baviera, piazzandosi al sesto posto nei 200 e conquistando il bronzo nella staffetta 4X100. L’anno dopo debutta alle Olimpiadi di Monaco di Baviera dove undici atleti israeliani furono uccisi da un commando di terroristi palestinesi. A Mennea non lo fermò neanche quel clima triste, che si creò per il massacro e conquistò il suo primo bronzo nei 200. Dopo qualche anno sottotono ma coronato da successi a Giochi del Mediterraneo e Universiadi (all’Olimpiade di Montreal chiuse senza medaglie), Mennea si rilancia a Praga, nel ’78, centrando l’accoppiata europea 100-200.
La carriera d’oro. Nel 1979 poi arriva l’anno in cui la “Freccia del sud” entra nella storia. A Città del Messico durante le Universiadi del ’79, Mennea vince i 200 in 19″72, nuovo record del mondo che resisterà per ben 17 anni, battuto solo da Michael Johnson ai Trials per Atlanta ’96. Da questo momento Mennea diventerà il re Mida dell’atletica. I suoi successi si trasformeranno tutti in “pepite d’oro”. Ai Giochi Olimpici di Mosca del 1980 Mennea vince l’oro nei 100 piani, beffando per due centesimi Allan Wells. L’oro poi arriva anche ai Giochi del Mediterraneo nell’’84 nei200 metri. Poi a una medaglia d’argento nella 4X100 ai mondiali di Helsinki ‘82. Nel 1983, arrivò anche il primato mondiale dei 150 piani con 14″8 a Cassino.
L’altra vita della “Freccia del sud”. Mennea non era solo un grande atleta. Sposato con Manuela Olivieri, l’atleta di Barletta si era anche laureato in giurisprudenza, in scienze motorie e in lettere. Alle Olimpiadi di Seul ’88 ebbe l’onore di essere il portabandiera della nazionale italiana. Mennea ha ricoperto, a livello sportivo, anche la carica di direttore generale della Salernitana nella stagione ’98-99 ma è stato anche eurodeputato dal ’99 al 2004 e docente universitario all’Ateneo Gabriele D’Annunzio di Chieti. Mennea è stato insignito anche della targa di cittadino onorario della città di Agropoli pochi anni fa.
Il neo-presidente del CONI, Giovanni Malagò è rientrato a Roma precipitosamente da Milano per disporre subito l’allestimento della camera ardente per questo pomeriggio, nella sede del Coni, a Roma. In una nota il presidente della commissione Cultura Sport di Roma Capitale, Federico Mollicone di Fratelli d’Italia, ha ricordato Mennea con queste parole: «Apprendo con rammarico- ha dichiarato Mollicone- della scomparsa di Pietro Mennea, atleta eccelso che ha dato lustro alla nazione a livello mondiale. E’ stato prima di tutto un grande uomo e sono onorato di aver potuto fare la sua conoscenza. Faccio le mie condoglianze ed esprimo la mia vicinanza alla famiglia».
Marco Stiletti