Se ne va l’ultimo protagonista di una grande epoca del cinema. Si è spento a 103 anni Kirk Douglas, l’ultimo grande divo di Hollywood, vincitore del premio Oscar alla carriera nel 1996. A dare l’annuncio il figlio Michael, attore pure lui: “Era una leggenda del cinema e un attivista umanitario la cui dedizione alla giustizia ha indicato uno standard al quale tutti noi possiamo aspirare”.
Kirk Douglas, venuto al mondo col nome di Issur Danielovitch in una famiglia di ebrei bielorussi immigrati negli Usa, era nato nel 1916. Nella sua carriera ben 75 film, diversi dei quali firmati da grandi maestri, e tre nomination agli Oscar come miglior attore protagonista, con Il grande campione (1950), Il bruto e la bella (1953) e Brama di vivere (1957) nel quale interpretava Van Gogh, prima di ricevere una statuetta-tributo nel 1996, anno nel quale subì un ictus che gli ha limitato la capacità di parlare.
Dotato di un fisico roccioso e di una faccia da duro, ha vestito anche i panni del soldato, del gladiatore, del pugile e del cowboy, ma mai con banalità. Decisionista e ambizioso, ha incrociato il suo destino con quello dei grandi cineasti del dopoguerra, come testimonia lo straordinario sodalizio con Stanley Kubrick: Orizzonti di gloria (1957) e Spartacus (1960). Indimenticabili le sue interpretazioni anche in Sfida all’OK Corral (1957), L’occhio caldo del cielo (1961) e Asso nella manica (1951). Douglas ha anche lavorato in Italia, interpretando Ulisse nell’omonimo film di Mario Camerini (1954).
Sincero liberal, ha difeso gli sceneggiatori accusati di simpatie per il comunismo durante la caccia alle streghe dell’America maccartista. Nel 2015 Douglas, con la moglie Anne Buydens, ha donato 15 milioni di dollari ad una clinica di Los Angeles in favore di ex attori e lavoratori di Hollywood colpiti dall’Alzheimer.