Se ne è andato in silenzio il genio del jazz fusion. Il musicista americano Chick Corea è morto il 9 febbraio, ma soltanto ieri la famiglia ne ha dato la notizia sui social. Aveva 79 anni e origini italiane e da tempo era ammalato di una rara forma di cancro.
Affermatosi come brillante pianista negli anni Sessanta, è considerato il più virtuoso utilizzatore delle tastiere elettroniche. Nella sua carriera cinquantennale ha vinto 23 Grammy Awards jazz – il più grande premio musicale al quale è stato candidato per 60 volte – che lo attestano come l’artista con il maggior numero di questi premi nella storia dello spettacolo. Una cifra che potrebbe aumentare con la cerimonia del prossimo 14 marzo, dove è nominato come miglior assolo jazz improvvisato per “All Blues” e miglior strumentale jazz album per “Trilogy 2”.
Indimenticabili i duetti con Miles Davis, con cui ha suonato dal 1968. Anni dopo ha fondato due gruppi, i Circle e i Return to Forever, per poi dedicarsi a vari progetti in cui ha dimostrato tutta la sua versatilità: musica classica, standard, originali solisti, latin jazz fusion e tributi a grandi pianisti. Grazie alle sue ottime doti di solista infatti, negli anni Settanta ha contribuito a rendere popolare il genere del jazz rock. Infine Corea ha pubblicato il suo doppio album “Plays”. Nell’opera sono presenti tracce eseguite al pianoforte durante i concerti, con canzoni scritte nei decenni passati, ma anche brani di Mozart, Thelonious Monk e Stevie Wonder.
Nel suo ultimo messaggio ha voluto ringraziare tutti quelli che hanno contribuito a “far brillare i fuochi della musica”, sottolineando come la sua missione sia “sempre stata di portare la gioia di creare ovunque potessi”. Una missione, soprattutto per gli amanti del jazz, ampiamente compiuta.