Il governo ha dato il via libera definitivo al decreto Rilancio, approvato ieri: 55 miliardi di euro per finanziare imprese, famiglie, lavoratori, sanità e Protezione civile. Un testo “complesso”, lo ha definito il presidente del consiglio Giuseppe Conte, aggiungendo che ora potrà essere migliorato con l’aiuto del Parlamento.
Ma proprio in Parlamento si prevedono gli attacchi più duri. Le opposizioni hanno già preparato il terreno durante la lunga trattativa in seno allo stesso governo e adesso si preparano alla battaglia.
Il leader della Lega Matteo Salvini ieri sera si è detto stanco “dopo due mesi di promesse”. Per lui “la pazienza è finita”. Certo, aggiunge, da parte del suo partito resta la “volontà di collaborare per il bene del Paese”. Il governo, però, non ha fin qui accolto nessuna delle proposte che sono arrivate dalla sua parte politica: “Anche per questo decreto da centinaia di pagine non siamo stati mai ascoltati o coinvolti”.
Oggi si è espresso sulla questione, intervenendo come ospite prima di Telelombardia, e poi della trasmissione Agora’ su Rai3.
#Salvini: Questo è il momento di ricostruire, su nuovi principi, le mura del Paese Italia, con un grande abbattimento di burocrazia e tasse nel nome del “Pagare meno, pagare tutti”. #Telelombardia
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) May 14, 2020
“I primi messaggi ricevuti sono di italiani fra il preoccupato e l’arrabbiato”. “Alcuni imprenditori del settore turismo ci segnalano che, stando alle bozze, il 90% del bonus vacanze andrebbe anticipato dall’albergatore, a cui poi spetterebbe un rimborso della quota tramite credito d’imposta. Così vale quello che vale”.
Ad Agora’ aggiunge: “Spero che per le zone più colpite ci saranno dei fondi speciali, come richiesto dalla Lega. Sul resto sono centinaia di pagine e il decreto va letto sino in fondo. Probabilmente qualche pagina in meno e meno burocrazia sarebbe stato meglio”. Pare che però “ci sia poco o nulla sugli affitti”.
Il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, da Twitter, attacca: “Più che decreto rilancio, quello del governo è il decreto ritardo. E poi quando arriveranno i 55 miliardi agli italiani, visto che ne sono arrivati solo 7 dei 25 di marzo? Manca una visione strategica della ripresa e un vero sostegno ai settori più in crisi”.
Poi però, anche lui ospite di Agorà, corregge il tiro, entrando più nel merito dei contenuti: “L’Irap è un fatto positivo, poi aspettiamo il testo che arriverà dopo la firma del Capo dello Stato, ma al momento mi sembra che manchi di una visione strategica”. Si mostra d’accordo sul rinvio delle tasse, precisando però che “non bastano tre mesi, avrebbe dovuto essere di un anno”. Nel complesso lo definisce un decreto “pasticciato e in ritardo”.
Giorgia Meloni, su Twitter, aveva usato usa la stessa espressione di Tajani due giorni fa:
A questo punto direi di ribattezzare il fu Decreto Aprile, fu Decreto Maggio, oggi Decreto Rilancio in: Decreto RITARDO
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) May 12, 2020
In collegamento con il programma l’Aria che tira su La7, aggiunge: “Purtroppo non ho elementi per dire che arriverà quello che serve all’Italia.” E lancia un affondo al capo del governo: “Nonostante i proclami su Conte inclusivo e pienamente collaborativo con l’opposizione, noi non sappiamo nulla del decreto”.
Le critiche coinvolgono però tutta la maggioranza, che “si chiude nelle stanze e litiga su cose secondarie, mentre noi abbiamo contribuito, dando un voto determinante, a prendere i 55 miliardi di euro che il governo sta spendendo. Denuncio che ne so quanto il resto degli italiani”.