Fermare la schiavitù e la tratta degli esseri umani entro il 2020. Un obiettivo ambizioso quello contenuto nel documento firmato nei giorni scorsi da Chiesa cattolica, Islam e anglicani: un parterre d’eccezione per un accordo “storico” e “rivoluzionario”. Questi gli aggettivi scelti da padre Federico Lombardi e dalla Walk Free Foundation, l’organizzazione fondata dai coniugi Forrest nata con l’obiettivo di arrestare il tragico fenomeno.
Oltre ad iniziative di ordine spirituale (la preghiera, il digiuno e la carità) il documento prevede anche delle azioni più concrete, che passano attraverso la mobilitazione di tutte le confessioni religiose. A loro è richiesto, infatti, l’impegno a vigilare sulle catene di approvvigionamento e investimenti, allo scopo di impedire che queste prevedano forme di schiavitù moderne e a mobilitare i giovani affinché con la loro creatività e il loro entusiasmo possano dar vita a progetti utili ad arrestare la tratta. Alle istituzioni educative invece, dalla famiglia alla scuola, è affidato il compito di far conoscere alle nuove generazioni gli orrori di questo fenomeno e ad insegnare loro a combatterlo attraverso la denuncia.
Le diverse istituzioni religiose riunite si sono rivolte poi ai politici e ai governi affinché si adoperino per trovare soluzioni adeguate.
Presenti all’incontro il vescovo argentino Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere delle pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali, Mahmoud Azab, che rappresentava per l’occasione il Grande Imam di Al- Azhar, sir David John Moxon, rappresentante del leader della Comunione anglicana Justin Welby, l’ambasciatore di Canberra presso la Santa Sede ed infine Andrew Forest, fondatore della WFF.
“Tutte queste nuove forme di schiavitù e traffico di esseri umani e prostituzione sono un crimine contro l’umanità”, questa l’affermazione di Monsignor Sanchez alla fine dell’incontro, citando le parole di Papa Francesco. La tratta degli esseri umani e la schiavitù condannano oggi ad una vita umiliante ed inumana ancora circa 30 milioni di persone nel mondo. Per quanto sarà molto difficile raggiungere l’abolizione completa entro il 2020, la mobilitazione delle diverse istituzioni religiose è un segnale di speranza, poiché riaccende i riflettori su un problema troppo spesso dimenticato.
Silvia Renda