Proprio quando le speranze sembravano destinate a spegnersi, ed il primo ministro belga Charles Michel aveva informato il presidente dell’Unione Europea Donald Tusk che il suo paese “non è in grado” di firmare il CETA, l’Accordo Economico e Commerciale Globale fra la stessa UE ed il Canada, una svolta. La regione autonoma della Vallonia, dopo una strenua opposizione, dove i 3,5 milioni di abitanti si sono duramente opposti alla ratifica del trattato, sembra aver accettato i termini. A riportarne la notizia è l’ANSA, insieme al quotidiano belga Le Soir.
Il procedimento sembrava arenatosi perché, per sua Costituzione, il Belgio non può dare il via libera alla ratifica internazionale senza il consenso di tutti i suoi cinque parlamenti federali (Fiandre, Vallonia, Bruxelles, la comunità francofona e quella di lingua tedesca). L’opposizione vallona ha così bloccato il processo, che si sarebbe dovuto concludere oggi, 27 ottobre, con la firma a Bruxelles da parte dei vertici europei e del Canada. Nonostante, almeno per oggi, non si firmerà alcunché, il presidente del Consiglio Europeo Tusk si dice “felice” per l’intesa raggiunta: “Contatterò il primo ministro Trudeau solo quando le procedure saranno completate”, conferma lo stesso su Twitter.
Ma cos’è il CETA?
L’Accordo Economico Commerciale Globale (Comprehensive Economic and Trade Agreement, ndr) è un trattato di libero scambio tra l’Unione Europea ed il Canada, 12mo partner commerciale mondiale della stessa, e abbatterà il 98% delle barriere tariffarie fra le parti. La Commissione Europea, sul suo sito istituzionale, riporta come “una volta applicato, offrirà alle imprese europee nuove e migliori opportunità commerciali in Canada e sosterrà la creazione di posti di lavoro in Europa […] eliminerà i dazi doganali e aprirà il mercato dei servizi”. E se in Vallonia si festeggiava, dalle colonne de La Repubblica, l’eurodeputata PD Alessia Mosca avvertiva: “Senza l’ok al Ceta, l’Unione Europea non ha futuro”.