È stato raggiunto ieri a Mosca, dopo tre giorni di consultazioni informali, l’accordo tra esponenti di al-Fatah, Hamas e Jihad islamica per la costituzione di un governo di unità nazionale in Palestina. A renderlo noto Azzam al-Ahmad, membro di al-Fatah, secondo cui il presidente Abu Mazen entro due giorni avvierà le consultazioni. Già a partire da oggi il Primo Ministro dello Stato di Palestina, Rami Hamdallah, presiede un governo di riconciliazione appoggiato dall’esterno da al-Fatah e Hamas.
Le tre fazioni devono formare un nuovo Consiglio nazionale, arricchito di nuovi membri (i palestinesi in esilio), che a sua volta eleggerà il Comitato esecutivo. «È la via più efficace per risolvere i contenziosi e arrivare a nuove e libere elezioni nella West Bank e nella Striscia di Gaza», ha detto Moussa Abu Marzouk, vice-presidente del politburo di Hamas.
Una base di accordo era già stata raggiunta a novembre 2016, al Cairo, fra il presidente palestinese e leader di Al-Fatah, Abu Mazen, e il leader di Hamas, Khaled Meshal. Sono seguiti a questo altri due incontri a Mosca e Beirut, dove hanno partecipato anche gli esponenti del movimento Jihad islamica, prima di arrivare al risultato di ieri. Questo accordo metterebbe fine a un conflitto interno durato dieci lunghi anni, quando nel 2007 il movimento islamico di Hamas impose il controllo sulla striscia di Gaza.