BRUXELLES – La produzione siderurgica europea è ai minimi storici. È quanto emerge in un rapporto presentato dal Sole 24 Ore. Con 126 milioni di tonnellate nel 2023, 25 in meno della media del decennio precedente e 56 milioni meno rispetto al 2008, il vecchio continente sta vivendo una crisi senza precedenti. Dal 2008 il settore ha perso 90mila addetti, un quarto della forza lavoro. Eurofer denuncia la situazione “esplosiva” attribuendola alle importazioni cinesi di acciaio low cost, e chiede all’Ue interventi urgenti come dazi e misure per ridurre il costo dell’energia. Nel frattempo, ThyssenKrupp rivede i piani per l’acciaio “verde”.
Ma cosa c’entra la Cina? Pechino esporta acciaio a livelli record, dovuti alla riduzione dei consumi domestici e alla paralisi del settore immobiliare. Tuttavia, l’acciaio cinese non è destinato principalmente all’Occidente, ma ad altri paesi asiatici, alterando le tariffe. Nel complesso, i prezzi siderurgici sono crollati globalmente: in Europa, il valore dei coil laminati a caldo (HRC) è sceso a 550 euro/tonnellata, un calo del 17% in sei mesi. Così la produzione e i consumi non mostrano segni di ripresa, mettendo a rischio l’industria siderurgica europea.