Appena la notizia diventò di dominio pubblico furono in molti a esprimere perplessità sul ritorno del brasiliano Kakà al Milan di Allegri. Forse memori delle deludenti “seconde esperienze” di Gullit e Shevchenko.
Un mese di stop e le critiche. Per il momento tutti i dubbi sulla sua poca competitività sono stati confermati. La parabola discendente del brasiliano – le ultime stagioni al Real Madrid sono state un concreto flop – non sembra essersi arrestata. Ma ora a premere il tasto pausa è stato un infortunio muscolare che lo terrà fermo per un mese intero. Il club rossonero ha infatti comunicato che «gli esami medici su Kakà hanno evidenziato una lesione all’adduttore sinistro».
Intanto, nell’ambiente calcistico non sono in pochi a essere convinti che Kakà non ritornerà a essere il fuoriclasse di un tempo. Tra l’età che si fa sentire, i continui ed eccessivi infortuni – tanti al Real Madrid – e l’incapacità di essere decisivo, il flop sta prendendo sempre più forma.
In buona compagnia. E se i tifosi milanisti storcono il naso non si può certo dargli contro: basta guardare al passato. Due esempi di ex-stelle scintillanti incapaci però di tornare a splendere come prima: Ruud Gullit tornò al Milan nel 1994 dopo aver passato una stagione alla Sampdoria, ma poco dopo, nel mercato autunnale fece nuovamente le valigie e tornò a Genova. Anche il rientro da Londra di Andry Shevchenko tra le fila rossonere fu un’altra delusione che non lasciò neanche un gol in ricordo dei vecchi tempi.
Nel “pallone” non solo i calciatori. Sono tanti i fuoriclasse che, in tutti gli sport, hanno lasciato e poi sono tornati sui loro passi cercando la gloria degli anni passati. Lance Armstrong, re indiscusso delle competizioni ciclistiche, annunciò il suo ritorno ai pedali nel 2008 con l’obiettivo di vincere, nel 2009, il suo ottavo Tour de France e di partecipare al Giro d’Italia, competizione alla quale non aveva mai preso parte. Non vinse né l’uno né l’altro, e nel 2011 si ritirò dalle gare internazionali.
Passando ai motori, nel 2006 Schumacher disse addio alla Formula , ma solo come pilota. Rimase protagonista del circo automobilistico come consulente della Ferrari fino al 2009, anno in cui decise di rientrare e riprendersi la gloria. L’approdo nel team Mercedes creò tanti entusiasmi: un pilota tedesco in una squadra tedesca di prestigio. Tutti delusi e l’ex campione del cavallino rampante si ritirò definitivamente dalla Formula1 al termine della stagione 2012.
L’incognita Finlandia. Dulcis in fundo è il caso Raikkonen – Ferrari – a tenere sulle spine gli scommettitori. Il ritorno in Formula1 del pilota finlandese al volante della Rossa di Maranello sarà un flop, o riuscirà a mettere l’ottava marcia a una monoposto un po’ spompata?
Paolo Costanzi