Furio Truzzi è presidente di Assoutenti, l’associazione no profit per la tutela dei consumatori e dei diritti civili, che promuove attività di informazione e di educazione al consumo. Ha spiegato a Lumsanews.it il fenomeno crescente della povertà energetica e alcune possibili soluzioni al problema.
Cosa si intende per povertà energetica oggi?
«Povertà energetica è un termine utilizzato da tutte le associazioni di consumatori e da chi si occupa di problematiche collegate alla produzione di energia. S’intende indicare quella parte di popolazione che è a basso reddito, e che di conseguenza non è in grado di sostenere i costi attuali dell’energia. Il fenomeno tocca, oggi, più di 10 milioni di persone nel nostro Paese. Numero che si sta ingrossando in questi mesi a causa della crisi che stiamo vivendo».
Quali scenari sta già aprendo questa crisi?
«Gli scenari non sono per nulla tranquillizzanti. L’area della povertà assoluta si sta allargando, come dicono i dati Eurostat, e presto si potrebbe arrivare ad avere 20 milioni di italiani a rischio povertà. Tuttavia il bicchiere non è da vedere solo mezzo vuoto. Dall’altro lato la crisi potrebbe spingere la società ad iniziare percorsi virtuosi di risparmio energetico. La povertà energetica è la faccia tragica di una medaglia che dall’altro lato vede un consumismo energetico sfrenato, con luci sempre accese in strada e un uso smodato delle tecnologie. Insomma questa situazione dovrebbe quantomeno far aumentare la consapevolezza».
Assoutenti fa parte dell’Alleanza contro la povertà energetica. Quali sono gli obiettivi della rete?
«Noi siamo dentro l’Alleanza perché riteniamo che la crescita non possa essere solo improntata al consumismo senza freni. Al contrario, deve essere rispettosa dell’ambiente e dei diritti della persona. Uno degli obiettivi della Rete è quello di riuscire a dotare di energia a basso costo anche chi non se lo può permettere, con interventi di solidarietà energetica. Per esempio nel nostro Paese si sperpera una grande quantità di energia rinnovabile, anche dai termovalorizzatori, perché non ci sono infrastrutture in grado di contenere tutta l’energia prodotta. Quindi, come Assoutenti stiamo lavorando perché questa energia, anziché venire buttata, venga dirottata verso le fasce deboli della popolazione. Secondo noi deve essere garantita a tutti, come diritto universale, la razione minima vitale di acqua ed energia».
Quali altre risposte possibili anche a livello territoriale?
«Occorre fare sinergia tra le associazioni del Terzo settore per iniziative di promozione sul territorio in tema di autoconsumo e autoproduzione. Ad esempio le comunità energetiche ci convincono molto e potrebbero essere uno strumento forte per fare leva e sconfiggere la povertà energetica».