PARIGI – Finalizzare le garanzie di sicurezza da offrire all’Ucraina nel caso di un accordo di pace con la Russia. È questo lo spirito che unisce i 30 Paesi della “coalizione dei volenterosi” e il segretario generale della Nato Mark Rutte, riuniti oggi a Parigi. Tra gli alleati di Kiev ospitati all’Eliseo dal presidente francese Emmanuel Macron, anche l’Italia con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Una delle opzioni sul tavolo sarebbe lo spiegamento da parte dei membri della stessa coalizione di una forza considerevole nell’Ucraina centrale lungo il fiume Dnepr, lontano dalle linee del fronte, oppure in un Paese vicino.
La cena di lavoro tra Zelensky e Macron
Il vertice è stato preceduto da una cena di lavoro nella serata di ieri, 26 marzo, tra lo stesso Macron e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha ringraziato la Francia per il “sostegno infaticabile alla nostra difesa” e ha sottolineato la sua riconoscenza verso l’Europa. Zelensky, rispondendo alle domande dei cronisti in una conferenza stampa, ha ribadito la necessità di “fare pressione” sulla Russia affinché accetti un cessate il fuoco. E sull’invio di truppe in Ucraina ha chiarito come non ci sia bisogno di “una semplice presenza per dimostrare che l’Europa è presente”. Il messaggio è inequivocabile: servono truppe pronte a combattere. E gli europei devono “dimostrare di sapersi difendere”. La speranza del leader ucraino, inoltre, è che “gli Stati Uniti garantiscano una tregua senza condizioni”.
L’appello del presidente francese a Mosca
Sulla necessità di raggiungere una tregua “senza condizioni preliminari” si è espresso anche Macron chiedendo a Mosca di “accettare un cessate il fuoco di 30 giorni”. Nel suo discorso, il capo dell’Eliseo – che avrebbe telefonato anche al presidente americano Trump – ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev da due miliardi di euro in “missili Mistral, carri AMX e munizioni” ricordando l’esigenza di creare forze europee di dissuasione nei confronti di un’ulteriore aggressione russa. Il Cremlino, ha specificato, dimostra la sua “volontà nel continuare la guerra”. A tal proposito, il giudizio del presidente francese sulla possibile revoca delle sanzioni alla Russia, come richiesto proprio da Mosca, è molto chiaro: “È decisamente troppo presto”.
La posizione dell’Italia sull’invio di truppe in Ucraina
Dall’incontro di ieri a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio Meloni – atterrata ieri sera a Parigi – e i vicepremier Tajani e Salvini e il ministro della Difesa Guido Crosetto è emerso un punto comune dell’Esecutivo: “Non è prevista alcuna partecipazione nazionale a un’eventuale forza militare sul terreno”. Ciò potrebbe avvenire solo nel caso in cui prendesse corpo una missione di “monitoraggio” sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Come recita una nota di Palazzo Chigi, nel corso della riunione è stato “riaffermato l’impegno alla costruzione, insieme ai partner europei e agli Stati Uniti, di garanzie di sicurezza solide ed efficaci per l’Ucraina che trovino fondamento nel contesto euroatlantico”.
Zakharova: “Piani militari di Francia e Gran Bretagna mascherati da peacekeeping”
La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, nel frattempo, ha accusato Londra e Parigi di “escogitare piani per l’intervento militare in Ucraina mascherati da una sorta di missione di mantenimento della pace”. Pronta la risposta del premier britannico Keir Starmer che ha definito “vuote” le promesse del presidente russo Vladimir Putin. “A differenza del presidente ucraino Zelensky, Putin ha dimostrato di non essere una controparte seria in questi colloqui di pace”, ha detto.
Ferite dodici persone in un raid russo su Kharkiv
Ucraina e Russia non hanno colpito le rispettive strutture energetiche dal giorno degli accordi di navigazione sicura sul Mar Nero, ha confermato un alto funzionario ucraino. Ma gli attacchi aerei russi continuano. Dodici persone, tra cui due bambini, sono rimaste ferite ieri sera in seguito a un raid di droni su Kharkiv che ha provocato quattro focolai di incendi.