Il vino rosato torna protagonista; considerato per troppo tempo fratello minore dei più blasonati rossi e bianchi, negli ultimi anni ha conosciuto un periodo di forte espansione; e anche i produttori sembrano voler puntare in maniera decisa su un settore della viticoltura sinora poco esplorato.Una tendenza confermata dal primo Concorso enologico nazionale dei vini rosati d’Italia, con la suggestiva location del castello Aragonese di Otranto che, per alcuni giorni, si è trasformata in capitale del rosè; un convegno interamente dedicato a questa particolare tipologia enoica con un unico grande obiettivo aldilà del clima di festa e della competizione: sollecitare la costituzione di una Fondazione dei vini rosati, patrocinata dal Ministero delle politiche agricole e forestali, che rivesta il ruolo di presidio per la sua tutela e valorizzazione.
Un mondo da esplorare e valorizzare. I punti di forza del prodotto: estrema versatilità e capacità di consentire abbinamenti enogastronomici molto interessanti e raffinati, in grado di scardinare le tendenze che sembravano consolidate e riconosciute da tutti; per non parlare del traino che l’apertura di un nuovo mercato potrebbe dare a tutto il comparto agroalimentare.
Per questo la fondazione avrà tra le sue priorità il monitoraggio costante sulla produzione e diffusione del prodotto, l’approfondimento delle conoscenze tecnico-scientifiche relative alla filiera produttiva, lo sviluppo dei vigneti dedicati all’uva da rosato ma soprattutto la valorizzazione e promozione del vino rosato anche attraverso strategie di marketing e culturali specifiche.
Un notevole sforzo cui sono chiamate a partecipare tutte le Regioni e le Province autonome italiane, in qualità di soci promotori, e naturalmente gli imprenditori vinicoli e le associazioni dei settori che gravitano attorno al mondo del vino, come soci partecipanti.
Partecipanti e vincitori. È il grande interesse che i mercati (anche esteri) hanno ultimamente dimostrato verso il vino rosato ad aver spinto l’assessorato alle risorse agroalimentari della Regione Puglia a schierarsi in prima fila per questa nuova sfida. La risposta dei produttori non si è fatta attendere: 18 regioni su 20 hanno partecipato alla manifestazione, con oltre 350 campioni di vino in gara. Alla fine è stato il trionfo dei vini pugliesi e abruzzesi, con le province di Lecce e Chieti sugli scudi, ma a conti fatti c’è un solo grande vincitore: il territorio italiano con le sue infinite risorse.
di Marcello Gelardini