Dopo gli scandali nel Lazio, in Lombardia e in Basilicata si aggiunge al triste elenco dei politici indagati per peculato la Campania dove a quasi tutti i consiglieri regionali sono arrivate ieri, in un blitz della Guardia di Finanza, 53 notifiche di inviti a presentarsi alla Procura di Napoli per rendere interrogatorio.
Fino al momento dell’apertura delle indagini degli investigatori delle fiamme gialle, coordinati dal pm Giancarlo Novelli- magistrato del pool “mani pulite” di Napoli- non si sapeva dove fossero finiti i 2 milioni e 400 mila euro di soldi pubblici erogati tra il 2010 e l’agosto dell’anno scorso e solo in parte giustificati. La risposta non è molto diversa dai casi recenti di utilizzo improprio di fondi destinati alle regioni: ristoranti, giocattoli, tinture per capelli, gioielli, farmaci, cialde per il caffè. I politici dovranno rispondere delle accuse di appropriazione indebita dei rimborsi: in testa quelli del popolo viola, che secondo gli inquirenti avrebbero usufruito del 95% dei fondi, seguiti da Pdl (89%) e Pd (82%). Ma il gruppo che ha collezionato il numero più alto di scontrini imbarazzanti è il nuovo PSI–Caldoro presidente: tra le spese del 2012 spiccano 1935,50 euro per regali acquistati in gioielleria, oltre 8 mila euro tra bar e ristoranti, 318 euro di prodotti alimentari e addirittura 203 euro per la tintura per i capelli.
Dei fondi pubblici stanziati nel biennio 2010-2012 per il “funzionamento dei gruppi consiliari” più di un milione di euro contestato dai magistrati è stato acquisito direttamente dai consiglieri- di tutti i partiti e per gran parte salernitani-quasi come un secondo stipendio e quasi 500 mila euro di spese non documentate relative al funzionamento dei gruppi. A fare eccezione nel mare magnum degli indagati è il presidente della Regione Stefano Caldoro che difende la sua squadra: “Questo consiglio ha garantito il cambio di regole verso la piena trasparenza mai fatto nel passato” e si dice certo “che saprà dimostrare la propria correttezza”.
Alessandra D’Acunto