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HomeCronaca Covid: Unione europea vuole cambiare la mappa dei contagi

Viaggi nell'Unione Europea
si va verso nuove regole
facilitare la circolazione

In Italia primo calo positivi da ottobre

Figliuolo: "È il plateau della curva"

di Thomas Tomassini25 Gennaio 2022
25 Gennaio 2022

Il Consiglio Ue ha adottato oggi la raccomandazione su un approccio coordinato per facilitare la libera e sicura circolazione in Europa. Le misure ora dovrebbero essere applicate tenendo conto dello stato della persona invece che della situazione a livello regionale. La raccomandazione, che risponde al significativo aumento della diffusione del vaccino e alla rapida introduzione del certificato digitale Covid Ue, entrerà in vigore il 1° febbraio 2022.

Questo significa che il certificato di vaccinazione, di negatività al test o di guarigione di un viaggiatore, comprovato da un valido certificato digitale covid dell’Ue, dovrebbe essere “il fattore determinante”. “Un approccio basato sulla persona semplificherà sostanzialmente le norme applicabili e fornirà ulteriore chiarezza e prevedibilità ai viaggiatori”, sottolinea il consiglio. “I viaggiatori in possesso di un valido certificato digitale covid Ue non dovrebbero essere soggetti a ulteriori restrizioni alla libera circolazione”, dice ancora la nota. Ad eccezione però “delle zone in cui il virus circola a livelli molto alti”.

Intanto in Italia si registra il primo calo degli attualmente positivi da fine ottobre: secondo i dati del governo, oggi 24 gennaio, le persone in attesa di guarigione dal Covid sono 2.709.857, con una diminuzione di 25.049 nelle ultime 24 ore. Il commissario straordinario all’emergenza, Francesco Figliuolo, conferma che “siamo arrivati al plateau della curva per ciò che riguarda Omicron e si sta andando in discesa”. Le Regioni chiedono una revisione delle regole partire dalla modifica del sistema a colori, su tutte l’addio alle zone gialle e arancioni.  

A livello giornaliero la percentuale di posti occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri resta al 30% in Italia ma cresce in 12 regioni: Abruzzo (32%), Emilia Romagna (29%), Friuli (36%), Lazio (32%), Lombardia (33%), Marche(29%), Molise(11%), Provincia autonoma di  Bolzano (22%), Provincia autonoma di Trento (28%), Puglia (25%), Toscana (27%) e Val d’Aosta (57%). Cala solo in Liguria (40%) e Veneto (24%).

Restano stabili anche le terapie intensive al 17% ma sono 7 oltre il 20%: Trento (27%), Piemonte (24%), Friuli Venezia-Giulia e Toscana (22%), Lazio, Marche e Val d’Aosta (21%).  

A livello giornaliero, il tasso cala in 4 Regioni: Lazio (21%), Provincia autonoma di Bolzano (17%), Piemonte (24%), Puglia (13%). Cresce, però, in altrettante: Basilicata (8%), Provincia autonoma di Trento (27%), Toscana (22%), Veneto (17%).

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