Il risultato emerso dalla Giunta per le immunità del Senato, in merito al processo nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso Diciotti, era già scontato. Il vicepremier non verrà processato. La maggioranza si è espressa ieri con 16 voti contro 6. Un esito prevedibile dopo la consultazione dell’elettorato 5 Stelle sulla piattaforma Rousseau.
Ieri, una delegazione di senatori del Pd ha organizzato una protesta davanti all’aula della Giunta, esponendo cartelli su cui scritto: “#Vergogna”, “#decideCasaleggio” e “#Lachiamavanoonestà”.
Protesta a cui il senatore M5s Giarrusso ha risposto con il gesto delle “manette”, incrociando i polsi, rivolto ai parlamentari dem che lo stavano contestando. Poco prima, lo stesso senatore, aveva anche detto: “Io non ho i miei genitori agli arresti domiciliari”. Un’affermazione che ha alimentato ancora di più le polemiche che è proseguita anche oggi con un rimbalzo di dichiarazioni.
La prima di stamattina è stata quella di Maurizio Martina ai microfoni di Radio Anch’io: “Il gesto delle manette di Giarrusso è stato scandaloso, dovrebbe scusarsi. Ma è una provocazione che rivela la difficoltà del M5s, che ha tradito i suoi ideali. La farsa dell’onestà e di uno vale uno è finita”.
Pochi minuti dopo, si è espresso Matteo Salvini a Rtl: “Evidentemente è stato un eccesso, ma sentirsi insultare dai senatori del Pd può far perdere i nervi. Conosco Giarrusso, è tutt’altro che un manettaro”. E per Barbara Lezzi, riferendosi al voto in Giunta, “non è stato dato nessuno scudo: non è una questione di immunità. Ha vinto chi ha ritenuto che si è fatta un’azione per la sicurezza del paese. Di questo si è trattato, non di dare uno scudo a un politico corrotto”. Mentre il parlamentare del Partito Democratico, Luca Lotti, rilancia: “Guarda un po’, sembra quasi che siano garantisti a fasi alterne. C’è poco altro da aggiungere”.