“Siamo d’accordo. Oggi si va in Consiglio dei ministri”. Così il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, rispondendo alla domanda di alcuni cronisti sulla conferma di un’intesa per le autonomie di Veneto, Lombardia ed Emilia.
Critiche le opposizioni. “Sì all’autonomia per far funzionare meglio l’Italia, no a quella che distrugge. Temo soprattutto un aumento devastante delle disuguaglianze, non solo tra nord e sud, ma anche nelle regioni del Nord – ha affermato Nicola Zingaretti, candidato segretario alle primarie del Pd. “Ma su questi temi il Pd è in ritardo. Negli ultimi anni non abbiamo affrontato la giusta richiesta di trovare un nuovo assetto del Paese – anche per il fallimento del referendum, dobbiamo dirlo -, ma ora dovremo combattere”.
“L’autonomia delle regioni del Nord”, afferma la vicepresidente della Camera Mara Carfagna, di Forza Italia, “solo se la riforma oggi in Cdm è accompagnata dal rispetto dell’ articolo 119 della Costituzione che obbliga lo Stato alla perequazione in favore dei territori con minore capacità fiscale per abitante e dell’articolo 117 che impone che i livelli essenziali delle prestazioni siano garantiti sull’intero territorio nazionale”.
“Le conseguenze reali sulla vita del Paese della cosiddetta autonomia differenziata rischiano di essere devastanti”, ha invece dichiarato il deputato di Leu Roberto Speranza. “Senza aver affrontato il tema dei livelli essenziali delle prestazioni – ha proseguito – è evidente il rischio di rompere l’assetto unitario del nostro Paese. Per questo dico no al progetto del governo”. Pierluigi Bersani, di MdP, propone invece una commissione bicamerale.
Di opinione contrapposta il governatore della Liguria, Giovanni Toti: “Sbagliano le regioni del sud a sentirsi minacciate. La via dell’autonomia ha preso il cammino giusto. Anche Musumeci (il presidente della Regione Sicilia, ndr) è d’accordo con me, ha spiegato il governatore.
In una intervista al Messaggero l’ex presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli afferma che “la Costituzione garantisce che non ci debbano essere squilibri fra i cittadini italiani, in qualunque Regione essi risiedano, e prevede anche che ci sia perequazione fra aree più ricche e aree più povere del Paese”.