Tanto è stato infuocato il dopo Sanremo che alla fine l’acqua sul fuoco l’ha messa Matteo Salvini. La vittoria a sorpresa del cantante Mahmood, nato a Milano da madre sarda e padre egiziano, e autore del brano Soldi, ha scatenato un acceso dibattito di stampo musicale e politico.
Tanti hanno criticato il verdetto finale, non ritenendo il pezzo pop dal sapore mediterraneo all’altezza dell’oro finale a scapito degli altri concorrenti, su tutti Ultimo e il Volo, rispettivamente medaglia d’argento e di bronzo. Sotto accusa il sistema di voto del Festival e la modalità della vittoria di Mahmood, arrivato solo terzo al televoto ma sostenuto in modo decisivo dalla giuria di qualità e dalla sala stampa.
Ma a tenere banco è stato lo scontro politico, con il vincitore ventiseienne al centro di un dibattito sulle sue origini miste. In molti hanno visto la decisione di giurati e giornalisti come un atto politico “radical chic” e “pro immigrazione”. Oggi Libero ha titolato: “Il Festival dell’immigrazione. Sanremo passa da Modugno a Maometto”, mentre numerosi utenti social hanno salutato questo primo posto come uno smacco al governo e a Salvini che su Twitter aveva criticato la vittoria di Mahmood.
Stamattina è stato lo stesso Salvini a calmare le acque: “ho chiamato Mahmood e mi sono complimentato con lui, è stato etichettato come cantante degli sbarchi ma è una storia che non gli appartiene”. Il vicepremier non ha però rinunciato a una stoccata: “Sanremo deciso da un salotto radical chic, specchio della contrappozione popolo-èlite”.
Sulla stessa linea il ministro del turismo Gian Marco Centinaio che a proposito del vincitore ha detto: ”è un italiano a tutti gli effetti. Se si va a questionare su questo c’è qualcosa con va. Benvenga questo ragazzo che canta, lavora e ha vinto Sanremo”.
Il Presidente della Rai Marcello Foa in radio ha invece dichiarato che si deve intervenire sul sistema di voto del festival, giudicato “sproporzionato”.