Ridevano, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, un attimo dopo aver sparato alla giovane promessa del nuoto Manuel Bortuzzo. “Adesso questa piazza è nostra”, avrebbero gridato in preda all’euforia, mentre sfrecciavano col motorino tra le auto parcheggiate. A raccontarlo è un testimone oculare, che si era affacciato dal balcone di casa preoccupato per il rumore degli spari.
I due non hanno risposto questa mattina alle domande del gip Costantino De Robbio nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo nel carcere di Regina Coeli. Secondo quanto riportato dall’avvocato Giulia Cassaro, avrebbero “già confessato tutto mercoledì sera in Questura”. Per entrambi l’accusa è di “tentato omicidio aggravato dalla premeditazione dai motivi abietti”. I magistrati hanno legato la premeditazione alla decisione degli assalitori di tornare sul luogo della rissa dopo essere andati a prendere la pistola nascosta da Marinelli.
In un primo interrogatorio in commissariato, gli imputati avevano affermato di aver “collegato Manuel a qualcuno di quelli che avevano partecipato alla rissa nel pub” e di aver quindi “indirizzato i colpi verso di lui per questo motivo, ma senza volerlo colpire”. “Non conosco assolutamente il ragazzo che è stato colpito – ha concluso Marinelli – è stato solo un errore. Mi sono recato di nuovo presso il pub perché volevo andare a menare qualcuno”.
Franco Bortuzzo, padre del ragazzo, ha voluto esprimere la sua gratitudine agli agenti della Squadra Mobile di Roma, definendoli “i miei angeli”. Nei giorni scorsi aveva denunciato la mancanza di sicurezza in città. “Si rischia la vita per niente, anche andando a mangiare un semplice panino”, aveva dichiarato subito dopo il ferimento di Manuel.
“La nostra città non è insicura” ha sottolineato il questore Guido Marino, che ha espresso vicinanza a tutta la famiglia di Manuel complimentandosi per la forza mostrata nell’affrontare la vicenda.