La pistola trovata ieri nei giardini attorno a piazza Esquilo, a Roma, è forse quella che sabato notte ha sparato un colpo che ha ferito gravemente il giovane nuotatore Manuel Bortuzzo. L’ipotesi è al vaglio degli inquirenti, mentre la Polizia Scientifica è al lavoro per stabilire se è l’arma utilizzata per sparare al diciannovenne.
La rivelazione di eventuali impronte digitali aiuterà la polizia nell’individuare i responsabili dell’agguato. La pista privilegiata dalla polizia rimane comunque quella dello scambio di persona, ma i dubbi rimangono.
Quella sera erano in due sullo scooter che, a pochi metri di distanza dal locale da cui era uscito Manuel con la sua ragazza sedicenne, hanno sparato tre colpi: uno ha colpito il diciannovenne alla schiena.
La ragazza di Manuel dice oggi al Corriere della Sera di essere spaventata. I proiettili sparati sabato notte contro il fidanzato non l’hanno centrata per pochi centimetri. La sedicenne è l’unica testimone e “ha paura di ritorsioni e che qualcuno possa trovarla”, raccontano gli amici della ragazza.
La giovane sa cosa è successo quella notte: secondo la testimonianza rilasciata agli inquirenti, uno dei ricercati avrebbe lanciato un urlo alla coppia prima di sparare. Per questo si sta paventando anche l’ipotesi che fossero proprio loro due i bersagli scelti dagli assassini: forse un omicidio per gelosia oppure perché quella coppia non era gradita a qualcuno.
Mentre le indagini sono in corso, arrivano i messaggi di solidarietà alla giovane promessa del nuovo, ormai paralizzato alle gambe, e alla sua famiglia.
Dopo la “vicinanza” espressa dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, arriva un invito dal mondo dello sport a continuare ad andare avanti: “Il primo pensiero deve andare a quel che gli è rimasto e non su quello che ha perso”, ha affermato Andrea Abodi, il presidente dell’Istituto per il credito sportivo.