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Ieri alla Convention del Pd
i nomi dei tre candidati
alle primarie del 3 marzo

Zingaretti ottiene il 47,38% dei voti

Calenda: "progetto più ampio per il Pd"

di Serena Console04 Febbraio 2019
04 Febbraio 2019

Il Partito Democratico ora si mostra pronto per affrontare il suo futuro. Nell’affollata sala dell’Ergife di Roma, si è tenuta ieri la Convenzione nazionale del Pd, che dà il via alla fase del congresso, lo scoglio necessario per accedere alle primarie del 3 marzo.

Sono stati resi noti i nomi dei tre sfidanti, i più votati durante la giornata di ieri: all’appuntamento del 3 marzo, per cui si attendono un milione di partecipanti, accedono Nicola Zingaretti, con il 47,38% dei voti, Maurizio Martina, con il 36,10%, e Roberto Giacchetti con l’11,13%.

Intervenuto alla Convention, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha assicurato di non voler stringere alleanze con il Movimento 5 Stelle, aggiungendo che “i nostri ex elettori che hanno scelto il M5S li dobbiamo riconquistare”.

Un’affermazione che allontana l’idea che il governatore possa dimettersi dalla guida della Regione, puntata proprio dalla Lega e dai 5S, per candidarsi alle Europee. Questo ruolo è lasciato infatti a Carlo Calenda, che si è allontanato dal Pd per presentarsi anche nel contesto europeo con il manifesto “Siamo europei”.

“Piace però all’82% degli elettori del Pd e alla quasi totalità di quelli di +Europa e Italia in Comune, secondo un sondaggio commissionato proprio dal Pd”, afferma oggi l’ex ministro dello Sviluppo Economico al Corriere della Sera. In una sferzante critica al Pd, Calenda aggiunge che è necessario un progetto più ampio e convincente per il Pd “o rischia davvero di estinguersi”.

Ora che il 3 marzo si avvicina, Zingaretti potrebbe avere un ruolo determinante per dare nuova credibilità al Partito Democratico. Ma cosa succederebbe se Zingaretti non superasse la maggioranza alle primarie? Il voto passerebbe all’Assemblea del Pd, dove si potrebbero ribaltare gli scenari a oggi confermati: un’alleanza tra i renziani Martina e Giacchetti per mettere in minoranza il governatore del Lazio.

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