Ora è ufficiale. Secondo l’Istat, il Pil italiano nel quarto trimestre del 2018 ha subito un calo dell’0,2%, portando l’Italia a una recessione tecnica.
Dopo le anticipazioni di ieri del premier Giuseppe Conte ad Assolombarda, a Milano, oggi è arrivata la certezza, accompagnata dalle reazioni del mondo ambiente politico.
“I dati Istat sul Pil testimoniano una cosa fondamentale: chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha mai portato fuori dalla crisi”, ha dichiarato il vicepremier Luigi Di Maio, Movimento 5 Stelle, aggiungendo inoltre che non ci sarà bisogno di correggere le stime.
Claudio Borghi, il presidente della Commissione bilancio alla Camera e uomo forte della Lega, ai microfoni del giornale di Rai Radio Uno ha ribadito invece che i dati, per quanto preoccupanti, si riferiscono al 2018. “Sappiamo che la congiuntura internazionale è difficoltosa, però guardiamo al 2019: l’asta Bot è andata benissimo, la fiducia dei consumatori sta crescendo”, ha dichiarato l’economista.
“Bisogna reagire quanto prima, in modo da compensare”, ha affermato Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, aggiungendo però una considerazione negativa: “Noi abbiamo adesso il problema del rallentamento che a gennaio sarà ancora superiore rispetto al trimestre scorso”. Secondo Confindustria bisogna puntare sull’apertura di nuovi cantieri per rilanciare la nostra economia.
Colpito nel vivo, invece, il PD, che fino a metà 2018 guidava l’esecutivo. Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Maurizio Martina sono intervenuti sui loro social per ribadire che chi ora si trova a Palazzo Chigi dovrebbe prendersi le proprie responsabilità. “I problemi per il Paese sono cominciati quando questa maggioranza si è formata come dimostra l’andamento dello spread e le conseguenze recessive che ne sono seguite”, ha detto Pier Carlo Padoan, ex ministro dell’Economia.
“La recessione è il frutto avvelenato di un governo che rema contro il Paese”, ha sostenuto Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato.
Preoccupazione è stata espressa anche dalla segretario della Cisl Annamaria Furlan: “Sono dati preoccupanti, con gravi rischi per l’occupazione”.