Non lascia dubbi il nero della seconda fumata delle due prime votazioni di oggi. L’attesa, dunque è rimandata a questa sera quando intorno alle 19 i pellegrini terranno nuovamente fissi gli occhi sul comignolo. È probabile, dunque, che più si allontani la fumata bianca più aumentino le divisioni all’interno del Conclave. Se infatti i cardinali sono entrati con le idee chiare su alcuni nomi, la non convergenza dei voti sui papabili potrebbe far spostare le preferenze sui cosiddetti outsider creando un blocco tra le fazioni contrapposte. Ieri quando le porte della Cappela Sistina si sono chiuse le uniche certezze convergevano sui nomi di quattro candidati. Forte sostegno al cardinale Angelo Scola che è entrato in Conclave con 40 voti ma altrettanto forte è la corrente che vorrebbe eleggere un cardinale nordamericano: le preferenze vertono intorno alla figura del canadese Marc Ouellet o su uno dei cardinali statunitensi (l’arcivescovo di New York Dolan o il cappuccino O’Malley. In lizza anche il brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo.
I dubbi però ci sono e rischiano di creare una sorta di impasse. Scherer deve contrastare i malumori di chi lo definisce «curiale» per il sostegno dei cardinali di estrazione diplomatica. Un dissenso cresciuto dopo che il cardinale aveva strenuamente difeso lo Ior (fa parte della commissione di vigilanza). Altre incertezze aleggiano sulla scelta nordamericana: la presenza sempre maggiore dell’Islam nel mondo renderebbe un Papa americano troppo schierato per affrontare lucidamente le questioni. Per lo stesso Angelo Scola, il favorito del momento, rischia di pesare l’estrazione ciellina e la sua forte connotazione conservatrice.
Per assumere il ministero petrino il quorum è fissato a due terzi degli elettori: occorrono cioè 77 voti su 115 elettori. Se non si dovesse arrivare a una convergenza su due-tre nomi entro il settimo scrutinio (previsto per domani) si prenderanno in considerazione gli outsider: a quel punto potrebbero rientrare in gioco i nomi dell’ungherese Péter Erdö, dell’austriaco Christoph Schönborn, degli italiani Gianfranco Ravasi e Angelo Bagnasco, il filippino Luis Antonio Gokim Tagle, il cardinale di Hong Kong John Tong Hon, il guineiano Robert Sarah e il ghanese Peter Turkson.
Federica Macagnone