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Napolitano ammonisce sia Berlusconi che i magistrati. Ma l’eco delle sue parole super partes divide la stampa italiana

di Giulia Di Stefano13 Marzo 2013
13 Marzo 2013

“Nessun complotto dei pm ma va garantita al leader del Pdl la partecipazione a questa fase istituzionale”lo sostiene il Presidente Napolitano che esprime quindi il suo “rammarico” sia per l’interferenza della magistratura, che potrebbe non garantire a Berlusconi la partecipazione alla vita politica, ma anche per la manifestazione dei pidiellini di lunedì al palazzo di Giustizia di Milano. Il Presidente vuole fare da “paciere” tra Pdl e magistrati ma, almeno a giudicare dai disparati titoli dei quotidiani di oggi sulla vicenda, si direbbe che ognuno voglia tirare il Colle al suo mulino.
Dopo la piazza il Quirinale. “Un incontro molto rispettoso, chiaro e schietto” lo hanno definito Alfano, Cicchitto e Gasparri uscendo dal Quirinale dopo il colloquio di ieri con il capo dello Stato. All’indomani della manifestazione di piazza, che ha visto i fedelissimi di Berlusconi fare irruzione nelle aule del Tribunale di Milano, dove era in corso un’udienza del processo Ruby al Cavaliere (nel frattempo ricoverato al San Raffaele per un’uveite acuta), deputati e senatori del Pdl rivolgono il loro appello alla più alta carica dello Stato per esporre i loro “timori sui rischi che sta correndo la democrazia italiana”.  Napolitano, nella nota a margine dell’incontro, ha auspicato un “immediato cambiamento del clima venutosi a creare” e ha fatto appello “a un comune senso di responsabilità perché non appaia messa in questione né la libertà di espressione di ogni dissenso né l’autonomia e l’indipendenza”. Il Presidente cerca quindi di abbassare i toni della polemica tra il centrodestra e la magistratura, da questo accusata di una vera e propria persecuzione giudiziaria nei confronti di Berlusconi, in un momento in cui la sua salute è in precarie condizioni e l’attività politica è in fermento per la creazione del nuovo governo.
Le parole “contese” del Presidente. Sulle prime pagine dei giornali di oggi, tuttavia, le  parole di Napolitano sembrano caricarsi di ben altri significati. “L’altolà di Napolitano al Pdl”, titola a caratteri cubitali il quotidiano L’Unità, vicino al centrosinistra. Mentre su Il Giornale diretto da Alessandro Sallusti, il Presidente si trasforma in un paladino del Cavaliere: “Napolitano ferma i pm killer. Giù le mani da Berlusconi”. Il Fatto Quotidiano di Antonio Padellaro, da sempre nemico dichiarato del leader del Pdl, interpreta invece la reazione di Napolitano come timorosa e biasima il suo monito alle toghe: “Berlusconi spaventa Napolitano”. Repubblica difende l’atteggiamento super partes del Quirinale, rimasto “l’unico faro a illuminare questa lunga notte della Repubblica”, secondo le parole del vicedirettore Massimo Giannini.
Reazioni della politica. “Farsi condannare come Craxi – scherza il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo – sarebbe una fortuna per Berlusconi”, che si ritroverebbe “sulle spiagge tunisine piene di Ruby senza la rottura quotidiana dei suoi questuanti, i Ghedini, Alfano, Gelmini, Gasparri, Cicchitto”. Grillo posta poi sul suo blog anche un messaggio di “solidarietà ai magistrati di Milano”. Indignati ma tutto sommato pacati i commenti dal Partito Democratico. Pierluigi Bersani definisce “gravissima” e “sconvolgente” la marcia sul Tribunale. “Vedere un ex ministro della Giustizia e la seconda carica dello Stato – ha aggiunto poi Bersani, riferendosi alla presunta partecipazione al corteo del Presidente del Senato Schifani – occupare un tribunale è una ferita al meccanismo costituzionale e democratico”.
Giulia Di Stefano

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