Gli anni passano, ma i pugni incassati e il tempo che passa non scalfiscono Rocky. Il pugile di Philadelphia non indossa più i guantoni da un po’, ma torna ancora sul grande schermo, forse per l’ultima volta. Esce oggi nelle sale “Creed II”, il secondo spin-off di una saga che va avanti da più di quattro decenni.
Rocky, interpretato da Sylvester Stallone dal 1976, oggi è a bordo ring. Allena Adonis, figlio illegittimo di Apollo Creed, il pugile afro-americano che gli fu avversario – in uno degli incontri pugilistici entrati nell’immaginario cinematografico – e poi amico, prima di morire in Rocky IV sotto i pugni del sovietico Ivan “Ti spiezzo in due” Drago. Un fantasma che ora ritorna: l’erede di Apollo dovrà sostenere un incontro complicato, che riaprirà le ferite del passato. Il suo avversario è proprio Viktor Drago, figlio del pugile che uccise il padre.
“Non è solo un film sul pugilato. È molto altro: affronta argomenti come le proprie radici, l’eredità lasciata dai genitori, la famiglia, la relazione padre-figlio, l’amore di coppia e i compromessi che si devono prendere per raggiungere i propri sogni. Ma parla anche di vendetta” ha dichiarato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport Michael B. Jordan, che torna a vestire i panni di Adonis Creed.
Jordan già parla di “Creed III”: “Le persone vogliono sapere quale sarà il prossimo passo di Adonis, fuori e sul ring”. Prossimo passo a cui, molto probabilmente, Stallone non parteciperà: nel corso delle riprese del film in uscita ha dichiarato che non avrebbe più interpretato Rocky. Chissà se non tornerà sui suoi passi: il pugile di Philadelphia è una vera e propria macchina da soldi. Il solo “Creed” ha incassato 170 milioni di dollari in tutto il mondo. Centosettanta milioni di buoni motivi per ripensarci.