La Siria potrebbe rispondere all’attacco israeliano all’aeroporto di Damasco, avvenuto nello scorso fine settimana, con un attacco ‘simmetrico’ allo scalo di Tel Aviv. Questo è stato il contenuto dell’annuncio fatto dall’ambasciatore di Damasco all’Onu, Bashar Jafaari, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza. “Se il Consiglio non adotta misure per fermare la ripetuta aggressione israeliana in Siria – ha detto – Damasco eserciterà il suo legittimo diritto all’autodifesa e risponderà all’aggressione all’aeroporto di Damasco nello stesso modo, attaccando l’aeroporto di Tel Aviv”.
Intanto continuano i raid aerei della coalizione anti-Isis, guidata dagli Stati Uniti, nella Siria sud-orientale. L’agenzia governativa siriana Sana e fonti sul terreno confermano la morte, a causa dei bombardamenti, di almeno venti civili, tra cui donne e bambini. Le vittime erano in fuga dall’ultima zona di territorio tra l’Eufrate e il confine iracheno, ancora in mano all’Isis. Secondo le prime ricostruzioni, i bombardamenti aerei hanno colpito un convoglio di mezzi sui quali viaggiavano le famiglie provenienti dalla zona di Baghuz, dove sono in corso scontri tra Isis e forze curdo-siriane appoggiate dalla coalizione anti-Isis.
I presidenti di Russia e Turchia, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, si incontreranno oggi a Mosca. Al centro dei colloqui dovrebbe esserci la situazione in Siria, anche alla luce dell’autobomba esplosa stamani ad Afrin, nel Nord del paese, che si trova sotto il controllo della Turchia dall’offensiva militare anti-curda dello scorso anno. L’ordigno è esploso davanti a una base gestita da Ankara e dall’Esercito siriano libero, causando la morte di almeno tre miliziani dell’Esl. Mentre, sempre nelle ultime ore, si sono verificati intensi scontri armati nella Siria nord-occidentale, vicino ad Aleppo, tra miliziani qaedisti e forze governative siriane assieme a Pasdaran iraniani.