Ancora pressioni e depistaggi nel processo-bis sul caso della morte di Stefano Cucchi. Ieri il pubblico ministero Giovanni Musarò ha scoperto alcune carte che rivelano i tentativi di sviare il lavoro di inquirenti e giudici. Le intercettazioni e i verbali risalgono a meno di tre mesi fa, a novembre 2015 e a ottobre 2009, dopo la morte di Cucchi avvenuta il 22 ottobre 2009.
In particolare, il 6 novembre si sono verificate, secondo l’intercettazione nella nota della Squadra mobile di Rome, due telefonate tra il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Iorio e il maresciallo Ciro Grimaldi. Nella conversazione Iorio riferisce al collega quanto detto dal colonnello Pascale: “Mi raccomando dite al Maresciallo che ha fatto servizio alla Stazione. Lì dove è successo il fatto di Cucchi – e prosegue – di stare calmo e tranquillo, mi stanno rompendo, loro e Cucchi”. Iorio riferisce ancora le parole del comandante: “Mi raccomando deve avere spirito di corpo, se c’è qualche collega in difficoltà lo dobbiamo aiutare”. Parole che il vicebrigadiere aveva riferito al collega in vista della testimonianza di quest’ultimo al processo.
Sulla questione interviene la sorella Ilaria Cucchi che scrive su Facebook “Depistaggi nel 2009, depistaggi nel 2015, depistaggi oggi. Continuiamo a sostenere di avere fiducia nelle istituzioni”. Sulla questione delle nuove intercettazioni e gli sviluppi delle indagini, scrive “Spuntano ancora atti falsi. Anche la deposizione del maresciallo Speranza, fatta alla Corte d’Assise di Roma pochi mesi fa, diventa imbarazzante alla luce di ciò che emerge da questi nuovi atti”. E conclude “La Giustizia non ha nessuna autorità su queste persone. E questi pubblici ufficiali dimostrano di non aver alcun rispetto e nemmeno timore di fronte ad Essa”.