Calano vertiginosamente le pensioni liquidate nel 2018, rispetto a quelle dell’anno precedente. Questi i dati che emergono dal monitoraggio dei flussi di pensionamento svolto dall’Inps. L’Istituto nazionale della previdenza sociale registra infatti un crollo del 20,4%, un quinto in meno rispetto a due anni fa. Dalle 600.000 del 2017 si è passati alle circa quattrocentomila dell’ultimo anno. L’Inps spiega l’andamento ricordando che lo scorso anno si è registrato un aumento del requisito di vecchiaia delle donne per l’assegno sociale, pareggiandolo con quello degli uomini di sessantasei anni e sette mesi.
Con l’innalzamento degli anni per accedere all’assegno sociale scattato nel 2018 sono crollate invece le liquidazioni degli stessi assegni. Nell’anno – dice l’Inps – sono stati liquidati circa 17.000 assegni sociali rispetto ai quasi ottantamila del 2017, registrando un crollo del 79%. Di conseguenza, dall’inizio del 2019, è scattato un nuovo aumento dell’età per accedere a questa prestazione assistenziale.
L’assegno più alto in media è quello per le pensioni anticipate ai dipendenti. In totale l’importo medio degli assegni pensionistici decorrenti nell’anno è arrivato a 1.103 euro, contro i 989 del 2017. Sale a 2019 da 1963 l’importo dell’assegno medio per le anticipate, ma cresce in particolare il quantitativo degli assegni di vecchiaia, che vede il principale aumento (da 641 a 788). Questo sviluppo è legato alla crescita degli anni medi di contributi.
Si registra un calo anche per quanto riguarda le pensioni liquidate ai lavoratori autonomi. Il crollo rispetto al 2017 è del 7,5%, alla luce del fatto che ne sono state liquidate circa 197.444. Un altro calo consistente riguarda le anticipate (-12,2%) e quelle per i superstiti (-16,6%), mentre si registra un leggero crollo per quelle di vecchiaia (-1,6%).