“Vado avanti, non cerco una tribuna, ma un tribunale perché la sostanza del decreto sicurezza non viene toccata. In Italia è eversivo chi viola la Costituzione, non chi cerca di applicare le leggi”. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ribelle sull’applicazione del decreto sicurezza, questa mattina ha commentato così ai microfoni di Radio Anch’Io l’incontro di ieri sul tema tra il premier Giuseppe Conte e una delegazione dell’Anci (Associazione nazionale dei comuni d’Italia), tenutosi a Palazzo Chigi.
Il presidente del Consiglio ha parlato di un colloquio “proficuo”. Il decreto sicurezza non cambia, ma l’Anci è uscita soddisfatta dal vertice. “Alcune delle quattro proposte avanzate sono state accettate – ha spiegato il presidente dell’associazione, Antonio Decaro – la prima è quella di comunicare ai comuni le persone che sono domiciliate all’interno dei centri di accoglienza; il secondo tema è stato quello dell’omogeneizzazione sul territorio nazionale della presa in carico del servizio sanitario nazionale; il terzo è l’attenzione alle categorie vulnerabili, per inserirle all’interno dello Sprar: ci sarà un’interlocuzione tecnica in queste ore”. “Per quanto riguarda il quarto punto – ha aggiunto – abbiamo chiesto un finanziamento per i minori stranieri non accompagnati. Il governo ci ha spiegato che la procedura è quella di spostarli sui centri Sprar”. In particolare l’esecutivo sta preparando delle circolari interpretative sugli articoli 1 e 13 della legge, con attenzione ai “servizi da destinare a chi ha solo il domicilio”.
Intanto riprende oggi in commissione Giustizia alla Camera l’esame del disegno di legge sulla legittima difesa, già approvato in prima lettura al Senato. Presentati 81 emendamenti dall’opposizione, nessuno dalla maggioranza. La commissione inizierà a votare da domani: l’obiettivo della Lega è di portare il provvedimento in Aula non oltre i primi giorni di febbraio, così da ottenere il via libera definitivo entro la fine del mese.