La tensione a Palazzo Chigi non era mai stata così alta dall’insediamento dell’attuale governo, lo scontro su più punti tra Lega Nord e Movimento 5 Stelle non accenna a placarsi, anzi. Una delle questioni al centro della polemica è l’alta velocità: il no, bandiera elettorale del popolo grillino, contro il sì dichiarato dagli esponenti del partito di Matteo Salvini, pronti a partecipare alla manifestazione pro Tav in programma domani a Torino.
Il premier Giuseppe Conte ha minimizzato la questione, assicurando che per il governo “non è un problema che la Lega scenda in piazza”. Quello che sta succedendo nella maggioranza “non è nulla di nuovo né di imprevedibile”, ha dichiarato Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, ai microfoni di LumsaNews. “I punti dei programmi dei due partiti sono troppo diversi – ha continuato il filosofo veneto – questo scontro sarebbe arrivato prima o poi”.
L’analisi costi-benefici sulla Tav “è arrivata come bozza, la stiamo vagliando”, ha ribadito il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ospite ad Agorà in mattinata. Il tanto discusso documento potrebbe essere accompagnato da una analisi giuridica, commissionata sempre dal ministero delle Infrastrutture, ma di parere opposto, che quantificherebbe a 3 miliardi la spesa che dovrebbe sostenere il nostro paese per fermare i lavori della Torino-Lione. “La risposta definitiva arriverà a fine gennaio, allora penso che potrò avere l’analisi completa”, ha continuato il ministro. Toninelli ha ricordato che nel contratto di governo “c’è scritto che l’opera va ridiscussa integralmente ed è quello che stiamo facendo, per la prima volta con consapevolezza”.
Lo scenario per questo governo è imprevedibile, alcuni lo prevedono prossimo al cambiamento ma, secondo Cacciari, non ci saranno stravolgimenti: “Andranno avanti perché conviene a tutti restare così, anche se il Movimento continuerà a subire lo strapotere della Lega”, questo anche nell’avvicinamento alle prossime elezioni europee che, continua il filosofo, “sono uno dei pochi punti in comune dei due partiti”.