Fiat Chrysler Automobiles ha patteggiato con le autorità degli Stati Uniti per la vicenda delle emissioni diesel. L’azienda pagherà un risarcimento complessivo di oltre 650 milioni di dollari per risolvere la disputa. L’accordo, che per ora è solo un’indiscrezione dei media Usa arrivata nella notte italiana, dovrebbe essere annunciato nelle prossime ore. Nel frattempo Fca ha avuto un avvio di seduta pesante a Piazza Affari, il titolo ha perso il 2,3%, a 13,44 euro.
Il caso riguarda oltre 104 mila veicoli: i modelli interessati sono Jeep Grand Cherokee e Ram 1500 prodotti tra il 2014 e il 2016 con motori a tre litri e venduti in Usa. Il Dipartimento di Giustizia ha avviato un’inchiesta federale, che ha portato all’accusa mossa a Fca nel maggio del 2017 di aver installato su alcune delle sue vetture dispositivi per aggirare gli standard, nello specifico si trattava di centraline truccate rinvenute dall’agenzia di protezione ambientale. Fiat Chrysler ha più volte negato le accuse nei suoi confronti, ma ha finito per patteggiare. Le autorità americane hanno intensificato i controlli sulle automobili a gasolio dopo lo scandalo “Dieselgate” di Volkswagen, che ha ammesso nel 2015 di aver modificato 11 milioni di auto nel mondo per superare i test sulle emissioni, arrivando a pagare 25 miliardi di dollari di multe.
Per quanto riguarda il dettaglio del risarcimento, Fca dovrà pagare circa 311 milioni di dollari di multa al governo federale e allo Stato della California, che aveva avviato un’ulteriore causa. I veicoli incriminati saranno richiamati per apportare le modifiche che li renderanno a norma, inoltre il gruppo dovrà sborsare circa 280 milioni di dollari per risarcire i proprietari dei veicoli coinvolti, circa 2.800 dollari a persona. Infine altri 72 milioni di dollari sono legati al patteggiamento con altri stati Usa.