Il razzismo e l’antisemitismo sembrano non conoscere confini nel tifo calcistico. Martedì, nel giorno in cui il club della Lazio ha festeggiato 119 anni, a Roma Nord, sono comparsi alcuni volantini con messaggi antisemiti creati da un gruppo di ultras giallorossi. La lettura non la lascia spazio a interpretazioni: “Lazio, Napoli, Israele, stessi colori, stesse bandiere”. Si ipotizza che la comparsa dei flyer, durante la notte dei festeggiamenti dei tifosi laziali, sia una risposta degli ultrà romanisti agli adesivi di un anno fa che ritraevano Anna Frank con la maglia della Roma.
L’ennesimo episodio di razzismo che fa vergognare tutti. Dure le parole del Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello che, commentando la comparsa dei volantini nella Capitale, ha detto: “Temo che spesso si parli di razzismo nello sport senza la volontà di risolvere definitivamente la questione”. Lo stesso ha poi richiamato una azione concreta da parte del Governo. Appello che non è caduto nel vuoto, tanto che il Presidente della Camera, Roberto Fico, con un tweet, ha commentato: “Quando il tifo diventa violenza, razzismo e antisemitismo è una sconfitta per tutti. Sia quando succede negli stadi, sia quando accade fuori”.
Ed è proprio sull’apertura e sospensione delle partite per il tifo razzista, che si muovono alcuni esponenti dell’esecutivo. Dopo il no di Matteo Salvini all’idea di fermare le partite, arrivano le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che sposa la linea della Federcalcio, e sottolinea come sia “giusto che facciano il loro corso le regole sportive e la giustizia sportiva”. “Ci sono protocolli Uefa e Fifa su queste vicende – prosegue – e giustamente la Figc si impegna a tradurli. Valgano quindi le norme calcistiche, quelle che hanno reso grande questo sport”.