La polizia di Catanzaro ha arrestato otto esponenti di spicco delle famiglie della ‘ndrangheta crotonese. Devono rispondere di associazione di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione, tentata rapina, incendio, porto e detenzione illegale di armi e munizioni, illecita concorrenza con minaccia aggravata dal metodo mafioso. Erano pronti a scatenare una guerra di mafia per garantirsi il controllo del territorio.
Le misure sono scattate nei confronti di esponenti delle cosche di Isola Capo Rizzuto, Crotone e Petilia Policastro. Dalle indagini è emerso che avevano già pianificato alcuni omicidi. I provvedimenti, sei di custodia cautelare in carcere e due ai domiciliari, sono stati disposti dal Gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda. In carcere sono finiti Domenico Cianci, Concettina Gligora, Domenico Forgetti, Giuseppe Mavrici, Damiano Forgetti e Annunziato Chirico; ai domiciliari, Rachela e Damiano Cianci.
Appartengono in prevalenza al nucleo familiare dei Cianci le persone coinvolte nell’operazione: dalle indagini è emerso che nonostante la detenzione in carcere, il presunto boss Domenico Cianci ha continuato a impartire disposizioni per l’acquisizione di beni a titolo estorsivo nel territorio di San Martino di Turianova, conteso tra le famiglie Cianci e Zappia che non risultano attualmente in conflitto: si tratta di un potere mafioso esercitato in un contesto essenzialmente agricolo e pastorale.
“Con gli arresti di oggi si dà così un duro colpo alle famiglie della ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto. Gli arresti di oggi non fanno altro che confermare come la presenza costante e la continua collaborazione delle Forze di Polizia siano la risposta più efficace contro ogni forma di criminalità organizzata”, è il commento del sottosegretario all’Interno Luigi Gaetti.
