HomeCronaca Grillo attacca i giornalisti: “Le tv italiane sono pagate dai partiti per sputtanarci”

Grillo attacca i giornalisti: “Le tv italiane sono pagate dai partiti per sputtanarci”

di Anna Serafini08 Marzo 2013
08 Marzo 2013

Con un post pubblicato ieri sul suo blog, Beppe Grillo attacca stampa e tv: “attenti al lupo”, ha titolato, riferendosi a chi all’informazione ha dedicato la propria esistenza. Grillo ce l’ha con i giornalisti italiani, perché solo quelli con il passaporto straniero avrebbero il diritto di intervistare il leader del MoVimento 5 stelle. Così avviene da giorni e ieri i privilegiati sono stati una tv spagnola e la rivista americana Times.Sorte opposta per le telecamere di casa nostra perché, attacca Grillo “i conduttori televisivi sono dipendenti a tempo pieno di Pdl e Pdmenoelle” impegnati in una crociata per lo svilimento del movimento. “La loro tecnica è simile”, ha rilanciato, “si succhia come un ghiacciolo il movimentista a 5 stelle, vero o presunto (più spesso presunto), il conduttore lo mastica come una gomma americana e poi lo sputa, soddisfatto del suo lavoro di sputtanamento. È pagato per quello dai partiti”. Per il leader M5s il risultato di questa presunta operazione “non è più informazione, ma una forma di vilipendio continuato, di disinformazione, di attacco, anche fisico, a una nuova forza politica incorrotta e pacifica”.
Per queste ragioni, sostiene Grillo, è necessario garantire l’indipendenza di una rete tv,  “una sola televisione pubblica, senza alcun legame con i partiti e con la politica e senza pubblicità”. E torna sulle “sette sorelle televisive (che) – aggiunge – non fanno informazione, ma propaganda”.
La Federazionenazionale della Stampa italiana (Fnsi) replica agli attacchi: “sono espressioni e atteggiamenti da oligarchi di regime. Non possono essere scambiati come semplici espressioni di cui vuole reali cambiamenti in termini di moralità pubblica e autorevolezza delle istituzioni”.
Ma non è così, secondo il capo dei grillini che “vuole arrivare al 100% dei seggi”: “io canalizzo la rabbia in un movimento popolare, che poi va e governa. Se falliamo in Italia si rischiano violenze di piazza”.

 Anna Serafini

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