Sale a cinque il bilancio dei morti nell’attentato a Strasburgo. Ieri pomeriggio Le Monde ha diffuso la notizia della morte di Barto Pedro Orent-Niedzielski, detto Bartek, amico di Antonio Megalizzi, colpito quasi contemporaneamente all’italiano . “Il suo cuore si è fermato dopo cinque giorni di coma profondo” ha raccontato al giornale francese una persona che ha parlato con la madre di Bartek, Dorota Odent.
Non si era mai più svegliato da martedì sera quanto il terrorista Cherif Chekatt gli aveva puntato la pistola in fronte e aveva premuto il grilletto. La donna e il fratello di Bartek avevano deciso di non staccare le macchine che lo mantenevano in vita in modo di permettere a tutti gli amici di salutarlo all’ospedale di Hautepierre, lo stesso di Antonio Megalizzi. Una fila lunghissima di amici si è formata per andare a dirgli addio, riferiscono diversi testimoni, prima della drammatica decisione di staccare la spina.
Bartek era di Strasburgo, di origini franco-polacche, impegnato e attivo in molte cause sociali, tra cui quella Lgbt, per la cultura Yiddish e per le radio libere. Parlava molte lingue e voleva aprire un ostello linguistico nella città francese, era definito dai suoi amici “cittadino del mondo”.