I giochi si sono chiusi alle 18 di ieri. È scaduto infatti il termine per presentare le candidature alla segreteria del PD. Sono in sei a sfidarsi: Nicola Zingaretti, Maurizio Martina, Francesco Boccia, Dario Corallo, Maria Saladino e Roberto Giachetti, ultimo a scendere in pista, in tandem con Anna Ascani. Il primo a depositare le firme nella sede del Nazareno è stato Francesco Boccia. Il regolamento prevede la presentazione di un numero di firme che vanno da un minimo di 1500 a un massimo di 2000, raccolte in almeno cinque regioni. La commissione valuterà oggi la documentazione dei candidati. E già sono spuntate le prime polemiche.
Francesco Boccia accusa Giachetti di irregolarità per aver presentato le firme in zona Cesarini e in formato elettronico, da convertire oggi in formato cartaceo. “Grazie, grazie, grazie! In 24 ore tutte queste ragazze, tutti questi ragazzi, Anna Ascani e io abbiamo raccolto più firme di quante mai avremmo potuto immaginare. Pronti? Si parte!”, si legge in un post pubblicato dai social dall’ex candidato sindaco, la cui candidatura insieme ad Anna Ascani era stata ufficializzata solo martedì.
Nel frattempo, secondo quanto riferisce Adnkronos, Lorenzo Guerini sarebbe riuscito a tenere buona parte dell’area dei renziani compatta sulla candidatura di Maurizio Martina al Congresso. Il presidente del Copasir ha incontrato l’ex ministro dell’Agricoltura e poi ha riunito i “suoi” parlamentari per spiegare i termini dell’intesa. Alla fine sono circa 80 i deputati che dovrebbero sostenerlo.
“Il Pd deve rinnovare la sua sfida democratica”, ha detto lo stesso Martina a Porta a Porta. “Con Matteo Renzi abbiamo lavorato insieme, continuo a stimarlo, ma sono differente da lui. Mi auguro che non faccia un suo partito: considero questa scelta un errore: quando si divide il campo alternativo alla destra si fa un favore alla destra”.